La politica di piano per l'agricoltura Quanto, infine, al grosso problema vivaistico che una tale operazione implica, esso può essere risolto se si tiene conto che occorrono circa cinque anni perché le piantine possano essere messe a dimora e, quindi, nel frattempo si può integrare la produzione interna attuale con importazioni dall'estero. 11.2. - Dall'analisi delle strutture e delle implicazioni degli obiettivi va dedotta una prima co·nclusione fondame·ntale: lo Stato, per il prossimo periodo, si troverà a dover affrontare, preliminare ad una politica di sviluppo, un'impegnativa operazione di riforma agraria: riforma che della vecchia norr avrà più le finalità di rottura del latifondo e di bonifica dei territori, ma che dovrà proporsi di ristrutturare l'agricoltura zona per zona, sollecitando la costituzione di aziende vitali e procedendo al loro pieno inserimento nell'economia del paese. Compito, quindi, straordinario, al quale si dovrà più agevolmente provvedere - nel quadro del nuovo ordinamento regionale - con organismi, come allora, a carattere straordinario. Accanto a questi, è necessario fin d'ora precisare anche i compiti di carattere ordinario, negli adattamenti che dovranno ricevere, in relazione alla graduale eliminazione dei fenomeni patologici che hanno oggi colpito la struttura agricola e alla necessità di preservarla da nuo·vi processi degenerativi e di assicurarne il progressivo sviluppo. - Dato il carattere dualistico dell'agricoltura italiana, i compiti straordinari di ristrutturazione saranno in parte sostanziale diversi nelle due grandi realtà del paese, l'agricoltura contadina da un lato e l'agricoltura ' capitalistica (inclusa quella contadino-capitalistica) dall'altro: le due realtà, cioè, a cui, del resto, può essere validamente ricondotta la ripartizione in tre zone che è stata qui adottata e che contrappo·ne zone di esodo - a loro volta ripartibili in zone estensive e in zone intensive - a zone assestate. 11.3. - Nelle zone di esodo, il compito preminente sarà quello di assistere le aziende affinché mutino ordinamento produttivo, siano ridimensionate ed elevino il livello tecnico e le capacità imprenditive; occorrerà, inoltre, operare interventi pubblici diretti sulle infrastrutture per adeguarle alle nuove esigenze. . L'assistenza alle aziende e l'intervento pubblico avranno natura e compiti diversi nelle zone estensive rispetto a quelle intensive. Nelle prime, infatti, si tratterà di preparare la sostanziale restituzione dei territori di abbandono alle naturali vocazioni del bosco o del pascolo (or81 I Bi liotec~ginobianco
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