Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Giuseppe Orlando grandi categorie (cioè terreni di pianura, di collina e di montagna, rispettivamente nel Nord, nel Centro, nel Mezzogiorno), e nello stimare per ciascuna categoria la densità di addetti per ettaro che, in base ad un provvisorio giudizio di insieme, sembra corrispondere - come valore medio - al complesso assai vario degli assetti produttivi desi-- derabili su quell'insieme di terreni 3 • Il calcolo è indicato nella tab. 4 e conduce a determinare in prima approssimazione l'obiettivo di occupazione agricola al 1973 in 2.440.000 perso 1 ne per il Centro-Nord e in 1.560.000 per il Mezzogiorno. Queste cifre comprendono individui che integrano il loro lavoro agricolo con attività extra-agricole. Depurate della frazione di attività extra-agricola, cioè ridotte ad unità « piene » di occupazione agricola, esse divengono rispettivamente 2.195.000 per il Centro-Nord e 1.405.000 per il Mezzogiorno. Gli obiettivi per il 1978 si possono derivare da quelli per il 1973 tenendo conto della riduzione « fisiologica » di occupazione connessa al normale progresso tecnico. Essi sono stati calcolati, rispettivamente, in 2.010.000 unità piene per il Centro-Nord e 1.290.000 per il Mezzogiorno 4 • I dati della tab. 3 forniscono la misura e il tipo dell'intervento di programmazione, impegnato a sollecitare soprattutto l'incremento della produttività o soprattutto quello del reddito, secondo_ le forme e gli indirizzi che la ristrutturazione assumerà nelle varie zone e di cui si dirà più avanti parlando dei compiti dello Stato. Essi, inoltre, ci permettono di precisare, sia pure con carattere semplicemente indicativo, le principali trasformazioni settoriali che dovrebbero implicare quegli o·biettivi (tab. 5 e 6) tenuto conto delle vocazioni produttive delle risorse nelle diverse zone del Paese. Questi obiettivi settoriali, dunque, presentano una sola profonda trasformazione - del resto rilevata dalle percentuali di composizione della produzione lorda vendibile dei vari settori produttivi rispetto al 1961 (v. tab. 5, ultime due righe) - : l'aumento cioè di circa cinque volte e mezzo della produzione forestale contro la diminuzione di circa un terzo della cerealicoltura. Le altre variazioni - della vite o dell'olivo, 3 Si suppone che tali assetti produttivi, aventi la proprietà di consentire retribuzioni del lavoro parificate a quelle extra-agricole, debbano dare in media un valore aggiunto per addetto pari all'80% di quello dei settori extra-agricoli. 4 Per il dettaglio degli obiettivi v. tabella in appendice. Esso viene fornito anche come base di documentazione della successiva tab. 5, in quanto i dati complessivi di produzione lorda vendibile al 1978 sono stati fissati, moltiplicando per la consistenza delle forze di lavoro i dati di produzione lorda vendibile per addetto derivabili dal livello di valore aggiunto per addetto di L. 1.576.000uguale per ciascuna zona. Tale derivazione è stata eseguita adottando lo stesso rapporto tra produzione lorda vendibile e valore aggiunto esistente oggi nelle varie zone (v. Annuario I.N.E.A. 1959-61). 78 Bi0liotecaginobianco .

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