Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

La politica di ·pia1-io per l'agricoltura b) stazionarietà o rallentamento, nonostante l'incremento verificatosi negli ultimi anni, del tasso medio di accrescimento della produttività; c) aun1ento delle spese per mezzi tecnici più che proporzio-nale all'aumento dei ricavi lordi; d) rallentamento, quindi, del tasso medio di aumento del· reddito pro-capite che, tuttavia, potrà essere forse compensato dal maggior tasso di crescita dei redditi integrativi, dando luogo ad una sostanziale stazionarietà del divario dei redditi fa111ilari della popolazione rurale rispetto a quella t1rbana, ma che, al tempo stesso, creerà le premesse per una più grave crisi delle strutture produttive agricole; e) crescente divario territoriale dei redditi pro-capite degli addetti all'agricoltura, con la conseguente in1possibiltà per una qualunq11e nuova struttura produttiva di trovare le condizioni di equilibrio di lungo periodo che sono compatibili con un esodo fisiologico, co11nesso al diffondersi del progresso tecnico, ma che sono, invece, inco1npatibili con u11a emigrazione disordinata e di massa; f) probabile tensione dei prezzi di taluni fondamentali prodotti (prodotti zootecnici) in conseguenza del regime di protezione dei prodotti ad essi alternativi (cereali e colture industriali), e che ne mortificherà lo sviluppo produttivo in presenza di u11a domanda fortemente crescente. Meglio di qualsiasi analisi può dare un'idea efficace del divario esistente tra obiettivi e possibilità, ove non si realizzino, le trasformazioni necessarie, il confronto fra i tassi di incremento da realizzare al 1978 se si vuol raggiungere la parificazione dei redditi di lavoro (V. terzultima colonna della tab. 3) e quelli realizzati nell'ultimo sessennio e prevedibili per il caso in cui no11 si attuino le trasformazioni di struttura (V. ultima colonna tab. 1). II. - Le politiche e gli strumenti della progral'nmazione 11.1. - Se queste sembrano essere le probabili conseguenze delle tendenze in corso·, è evidente che una politica di programmazione deve tendere principalmente, prendendo atto delle possibilità di increme11to della produzio•ne grazie alle migliori tecn9logie oggi note, ad impedire che si manifestino quelle conseguenze negative. Il che significa che dovranno essere trovate, zona per zona, le soluzioni che realizzino la pratica parificazione dei redditi di lavoro attraverso la riduzio·ne della mano d'opera piuttosto che attraverso l'aumento della produzione; 75 Bibliotecaginobianco •

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