Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Le Regioni: ret tiJ1cazioni e prospettive nostra vita pubblica, anche se vi è ancora chi la nega o vorrebbe non ammetterla; il bilancio dello stato, degli enti pubblici maggiori, delle regioni autonome, e finanche dei maggi_ori comuni, sono già delle decisioni di programmazione, sia pure parziali e incomplete. È però pur evidente che la molteplicità delle programmazioni è un fatto nocivo, tanto più quando diventa moltitudine. È quindi nelle stesse cose la} tendenza alla programmazione unitaria, che è forse il tratto più importante delle organizzazioni dei pubblici poteri di oggi, la sola vera novità ' c?e questo secolo abbia introdotto rispetto al secolo precedente. .----- Se la programmazione (o pianificazione : qui uso i termini come equivalenti, anche se non lo sono) unitaria si attua da parte di uno stato regionale, non si possono non assegnare alle regioni competenze in sede di formazione e di esecuzione del piano, così come di formazione di piani propri. Già la stessa Costituzione attribuisce alle regioni competenza in materia urbanistica, e oggi la pianificazione urbanistica - specie di vaste zone - non è che una faccia della pianificazione economica; ma anche a non voler così ritenere, certamente è legata strettissimamente, per implicazione diretta e inversa, alla pianificazione • econo-m1ca. Con la regione si inserisce nella programmazione un'istanza non i centrale, e quindi si toglie o quanto meno si attenua quel carattere ! autoritativo e centralizzatore cl1e la programmazione medesima altri- i mento avrebbe. Per ora non è possibile dire di più, poiché non sappiamo : in quali modi la programmazione prenderà corpo, no·n sappiamo, cioè, ; qvale tipo di programmazione sarà adottato, come ne sarà strumentato il procedimento di formazione e quello di attuazione. È chiaro solo che le regioni avranno comunque un ruolo proprio in una qualche fase o in un qualche momento di esse. Del resto l'avversione alle regioni dei gruppi padronali e impren- · ditoriali, diretta o 1nediata attraverso i movimenti politici che li rappresentano, è significativa ed è la veste moderna di una vicenda continuativamente presente nella storia politico-sociale degli stati moderni. I ,.gry;ppi industriali di pressione pref eri~cono sempre che vi sia un ~ unico cent cisione - ubblico potere, anziché una luralità d. ce_ntri. ~ssendo più facile la concentr_azione delle forze di pressione: e di , tti sono stati sempre contrari alle autonomie dei poteri locali, ··Questo ·ci introduce al ora a r1 evare come con· le regioni si ·può effettivamente riprodurre, in forma diversa e in diverso settore, quell'istanza che alcuni degli autori dell'idea-regione avevano propugnato i nello scorso secolo, e che essi inquadrarono nell'ordine concettuale A - della difesa delle libertà locali. Più che in termini po~itivi' di difesa - delle 67 Bi.bl'iotecaginobi·anco

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