Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Le Regioni: rettificazioni e prospettive Fu criticato, però, anche da coloro che avrebbero preferito vedere nelle regioni principalmente degli enti amministrativi di decentramento. Essi osservarono che, dandosi alle regio·ni poteri normativi, si attribuiva ad esse carattere troppo politico, e che le co·mpetenze delle regioni erano troppe da un lato, troppo frammentarie dall'altro. Vi è il pericolo, si disse, che con quei compiti e frammenti di compiti le regioni facciano troppo, o non facciano nulla. Il fatto è che le regioni in Assemblea costituente nacquero so1 tto .,r: I il segno dell'ambiguità, e che la responsabilità relativa la porta la : Democrazia cristiana. Non che in questo partito mancassero persone;.- che avessero idee chiare; è solo che esse furono sopraffatte dai « poli-\ tici del potere » che allora dominavano incontrastatamente il partito\. medesimo; sicché l'ambiguità fu consapevolmente giuocata, poiché delle\' regioni interessava solo che esse potessero essere dei centri di potere l politico, di cui chiedere l'attivazione nell'ipotesi che le elezioni politoche immediatamente successive avessero visto prevalere i partiti di . sinistra. Solo che non sarebbe nel giusto chi in quest'atteggiamento volesse· vedere una manifestazione, s'intende in moderne reincarnazioni, della corrente che prese origine dai liberali puri, cioè del garantismo. In realtà gli ehti regione così come configurati dalla Carta costituzionale/ ~i inserivano nel sistema binario, erano (e sono) cioè regioni con viyen ti 1 can gli organi locali dello Stato; il garantismo invece avrebbe richiesto, , se non la totale eliminazione dèi secondi, quanto meno una fortissima \ riduzione, e almeno l'eliminazione di quelli fra essi dotati di poteri aon più compatibili con i principi fissati dall'art. 97 della Costituzione, come, p. es., i prefetti. Invece nessun disegno in tal senso fu attuato. Neppure, però, si può dire che gli enti regione si inquadrano nella corrente che dal liberalismo democratico scende per i radicali e i partiti socialisti, e assume la figura moderna del pluralismo democratico. Anche qui la convivenza di attribuzioni delle regioni e dello stato per le stesse materie, i contorti controlli statali sulle regioni, la non garanzia della sufficienza fina11ziaria, non si conciliano con un disegno di partecipazionismo democratico diretto, o quanto meno non si conciliano con un disegno chiaro. . 9. - Se la regione come delineata dalla Carta costituzionale non realizza una figura federativa; non una figura di autogoverno; non è in funzione - almeno in modo chiaro - di garanzia di gruppi locali (policentrismo); ne·ppure è in funzione - anche qui almeno in modo chiaro - di pluralismo democratico, siccome è perfettamente legittimo 63 Bib.liotecaginobiarico

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