Nlassimo Severo Giannirii ·.,si trovavano eccellenti amministratori, quanto avevano portato i poteri , locali a funzionare meglio del potere statale. :I poteri locali potevano., d'ora in poi, cedere per forze politiche, ma non per difetto di quadri, com'era avvenuto fino a poco tempo prima. Quando alcune delle maggiori amministrazioni comunali e provinciali della Lombardia, del Piemo·nte e dell'Emilia co~inciarono• a porsi al livello europeo, fu evidente che lo Stato non era tutto e non era « il migliore ». Se sono esatte notizie riferitemi da persone che furono tra i protagonisti dell'epoca, una delle ragioni per cui il fascismo volle che lo Stato si impadro-nisse dei comuni fu la gelosia della burocrazia statale nei confronti delle orga11izzazioni municipali. L'inversione dei ruoli fa sì che ormai i tecnici di amministrazione e i giuristi entrano decisamente nell'ordine di idee che la regione come potere amministrativo è possibile, a11che se poi motivi politici o di altro genere sono di ostacolo, si dice, a che s'istituisca. Ed è questo forse il motivo per cui, nel periodo 1945-1947, l'idea-regione va avanti e si diffonde praticamente senza incontrare ostacoli autentici. Tutti conosciamo quanto fu scritto a favore e quanto contro in quel periodo, e non è nepp·ure il caso di ricordarlo qui. All'Assemblea costituente si riprodusse, ma in modi ap~rti e numerabili, la situazione che si ebbe subito dopo il primo conflitto mondiale: la linea dell'idea-regione passò, cioè, all'interno dei partiti, ed essendo i regionalisti in maggioranza la regione passò. Ma siccome la maggioranza era co·mposita, passò male. Vediamo di spiegarci. È noto che all'Assemblea costituente fu presentato un primo disegno di ente regione, che fu respinto, perché parve ispirato ai concetti del federalismo, in quanto attribuiva, cioè, alle regioni poteri molto ampi. Si venne poi ad un seco-ndo disegno, che, con modifiche non troppo rilevanti, riportò l'approvazione dell'Assemblea. Ma già durant~ l'Assemblea esso fu fortemente criticato. Fu criticato in primo luogo da coloro che avrebbero voluto che si adottasse decisamente-la formula organizza~oria dell'autogoverno. Essi avrebbero voluto che l'organizzazione statale sopprimesse tutiì i propri organi periferici, e che essi fossero trasferiti alle regioni o incororati nelle organizzazioni regionali; talché queste avrebbero assolto · enti loc · e di or ani dello Stato insierne. Fu criti- \ cato poi dai regionalisti di tradizione repubblicana, i quali nel mante- I nimento della legislazione statale vigente, nel sistema delle leggi-quadro, I 1 nei controlli sulle regioni, nella limitatezza e non esclusività delle attri• buzioni regionali, e in altri tratti minori, vedevano delle pastoie ai nuovi enti, tali d_a esautorarli. 62 Bibliotecaginobianco
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