.. Le Regioni: rettificazioni e prospettive sempre la realtà dei fatti corrispose a questa concezione; però essa prevalse presso i politici dell'epoca, che si adoperarono per realizzarla. Si suol vedere nel Bentham il maggiore teorico di questa corrente; il fatto è che essa ebbe il vantaggio non indiffere11te di aver trovato nell'ordinamento territoriale inglese una sua realizzazio,ne previa, che divenne ancor più efficiente con le riforme dei Peel, degli ordinamenti dei borghi e delle contee. Il suo maggior espone11te italiano· fu proprio Cavour, anche sotto l'aspetto teorico; fortemente influenzato dai teorici inglesi, nei suoi nun1erosi interventi per la riforma della legge comu11ale pie1nontese - che, in fondo, in relazione ad altre leggi del tempo era fra le più decorose - egli di continuo insisté sull' « insostituibile » capacità d'iniziativa dei comuni, e talvolta ferocemente stigmatizzò l'astensionismo elettorale, particolarmente sensibile in talune zone del Regno. L'indirizzo liberale democratico, malgrado la sua origine empiristica, finì con l'avere sviluppi più accentuatamente teorici dell'altro. ( Spesso richiamato a rimettere i piedi sulla terra (basti ricordare Tocqueville), formò la base di tutte le successive correnti teoriche dei . poteri locali: il pluralismo (Gierke), il policentrismo (Gneist), il popu- i lismo, il socialismo municipale, il movimento co·munitario,, il municipa- ) lismo cattolico. Occorre giungere al sisten1a consiliare per trovare u11a nuova apertura di tematicl1e. Ma è il caso di abbandonare or111ai qt1esto discorso, poiché le teo~iche dei poteri locali della seconda parte del secolo XIX costituìscono un troppo ricco capitolo della storia del pensiero politico moderno, per esporre il quale finiren1mo fuori del tema che a noi qui interessa. 5. - Tuttavia era necessario che almeno delle due prime e più importanti co,rrenti di questo complesso di teoriche si trattasse, poiché è nel quadro da esse formato che s'inserisce l'idea-regione nelle sue prime manifestazioni non condizionate dal problema dell'unità nazionale. Con ciò non si vuol dire che queste manifestazioni non si collegarono al tema dell'unità nazionale, ma solo che in esse l'idea-regione non fu mezzo a fine, bensì fu prospettazione di modi di sistemazione dello stato, che si riteneva più idonea a far convivere la varietà degli Italiani. In altre parole il regionalismo federalistico fu concepito in funzione dell'unificazione nazionale, il regiqnalismo che potremmo .dire istituzionalistico postulava l'unificazione già avvenuta, e fu concepito in funzione dell'organizzazione politica dello « Stato italiano ». Sottolineamo, però, che fu sempre concezione politica e non già « tecnica »,· come talora si è detto con riferimento al reginalismo del grup·po di· 55 B.ib·iIotecag inobianeo
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