Massimo Severo -Giannini dei quali è il nostro, e che alcune delle regioni sono sorte da fatti puramen te amministrativi, di ben dubbia validità culturale. Il carattere tradizionale dei gruppi regionali appare, quindi, se non perplesso, quantomeno fra quelli che richiederebbero più attento e dispiegato discorso. Occo,rre, quindi, spinger lo sguardo oltre i nomi, le simiglianze formali, le correnti impostazioni dei dottrinari e dei politici, ed esaminare le idee-regione nella loro autentica significazione. Occorre, cioè, non fare un racconto di eventi storici, ma storicizzare gli eventi, se non si vuole perdere il senso esatto dell'idea-regione nella realtà presente. Si vorrà rilevare che sinora ho parlato di idea-regione, ancl1e se ormai precise norme di legge potrebbero far ritenere che oggi vi sia qualcosa di più di una semplice idea; ma gli è che, in quanto sociolo,go e giurista, non mi è possibile non aver presente che i testi normativi ai quali non corrisponde una realtà sono sempre esistiti, e nel mondo contemporaneo formano una grossa e variopinta falange, e neppur è a dire che Astolfo l'avrebbe trovata tL1tta intera sulla luna, perché anche qui occorrerebbe distinguere e articolare secondo più modulati registri. 2. - Innanzitutto sembra necessario sottolineare che .nello scorso secolo l'idea-regio-ne appare sopratutto in Italia, e solo tardi appare come idea centrale di una possibile organizzazione politica del paese. 1 Il centro della discussione dei politico-giuristi dello scorso secolo · furono le amministrazioni locali primarie, i comuni: per noi e per i Francesi. La teorica politica del potere locale era essenzialmente quella · del potere municipale, al punto che potere locale era usato in sinonimo con « potere municipale », e dovremo tra poco parlarne più diffusamente. L'idea-regione, in Italia, dapprincipio dunque, non si sovrappone J a quella del potere municipale - che rimane centrale - ma si giustap- / pone ad essa. La prima corrente di pensiero in ordine temporale che noi chiamiamo regio11alismo, si manifesta, infatti, come regionalismo politico, in ordine al problema fo11damentale dell'unificazione nazionale; tanto che essa corre parallela, e talora sin si confonde, con quella del ì federalismo, del quale, in sostanza, finisce oggi con l'apparire come ' i una variante. In Cattaneo e in Ferrari, co•n sviluppi in parte diversi, e presso il secondo con un'accurata e sapiente motivazione che richiama i precedenti del municipalismo italiano - cioè del « grande comune » diremmo in termini moderni -, il regionalismo è visto come uno strumento per permettere l'unio-ne di collettività degli Stati italiani allora esistenti, delle quali già si vedeva la profonda diversità di cultura. Ma a 50 Bibliotecaginobianco
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