L'Europa e gli altri non si voglia farlo entrare 11elle file dei paesi cosiddetti non impegnati, con le conseguenze che si sono viste in India (e quelle ben più gravi che si sarebbero viste se la Cina fosse stata dotata di una certa capacità atomica). È forse impensabile che prima di restare impalate a un simile dilemma, che con un corno porterebbe al potere i fascisti e con l'altro i neutral~sti, le forze politiche democratiche nei grandi paesi d'Europa comprendano che la sola ed onorevole via di uscita è quella di fondere gli arsenali nucleari nazionali e gli sforzi isol~ti in un unico armamento europeo, collegato a quello americano dai vincoli di una stretta alleanza, e - ciò che più conta - democraticamente controllato da un Parlamento Europeo e da un Governo Europeo che sia da esso espresso? Noi non riteniamo che ciò sia impensabile. Le forze democratiche in Europa non sono certo attualmente in condizioni troppo brillanti; ed è fra l'altro al riparo della questione degli armamenti nucleari eh viene sferrato l'attacco contro di esse. D'altra parte esse non possono certo sperare di salvarsi chiudendo gli occhi all'esistenza del problema, o cercando di risolverlo con la fuga verso l'America, o con l'alleanza a forze politiche che in realtà sono neutralistiche se non filosovietiche. I veri democratici europei devono sperare che non si ripetano negli anni 60 gli errori commessi in Italia negli anni '20 e in Germania negli anni '30. L'errore sarebbe di non fare ora (perché il tempo è corto) tutto il possibile per arrivare all'unione europea, anche inghiottendo (per coloro cui tale cibo non appetisce) il piatto del deterrente europeo. Si può d'altronde pensare, ~ non è troppo assurdo, a una iniziativa che verrebbe un giorno presa (purché non sia un giorno troppo lontano nel futuro) dal grande paese d'Europa che ha maggior conoscenza degli affari nucleari in virtù della sua relazione speciale con gli Stati Uniti: la Gran Bretagna. Quale Governo in Europa potrebbe rifiutare un invito britannico a partecipare nello sviluppo comune dell'armamento nucleare, nel comune controllo di esso, e quindi in un potere politico comune che coronerebbe gli sforzi unitari che sono già in atto a Bruxelles? E quale Governo in Europa che rifiutasse di accogliere tale invito non vedrebbe poco a poco il proprio prestigio interno ed internazionale inaridire, soffocato dal rigoglioso sviluppo di una Unione Europea politica, militare ed econo,mica? Dall'altro canto - e questo vale per la Francia - per quanto tempo è pensabile che la diffusione di armamenti nucleari si fermi ad Ovest del Reno, e ad ovest delle Alpi (parliamo evi_dentemente degli Svizzeri)? Certo, un Governo tedesco che volesse dotare la Repubblica 45 Bi"brotecaginobianco
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