Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

r L'Europa e gli altri role sono scritte sotto l'impressione delle gravi difficoltà in cui versa la ricerca di politiche comunitarie per l'energia e per i trasporti e la prosecuzio11e della politica agricola, a me sembra che gli europeisti dovrebbero guardarsi dal sovraccaricare la navicella della CEE di mercanzie, anche se ognuna di esse abbia t1n grande valore in sé. Quante pii1 funzioni si vogliono attribuire alla Comunità tanti più motivi di dissenso fra gli Stati membri si creano nel presente o nel prossimo avvenire. Il solo reggere in piedi una Comunità puramente economica, sottoposta spesso e volentieri alla regola dell'unanimità, priva della solida piattaforma costituita da un vero potere politico•, è opera necessitante tali attente cure e tale concordia di sforzi tra i partecipanti che non è certo opportuno rendere più frequenti i possibili motivi di discordia. Credo, per fare un esempio, che nella Comunità Economica Europea devono per alcuni anni ancora coesistere pacificamente un Erhard e un La Malfa. D'altronde, porro unitn1 necessariu1n: ed è la costituzione di un potere politico per gli affari politici, non l'estensione della competenza_ comunitaria negli affari economici. Analogo avvertimento di prudenza io darei perfino a coloro che per avventura fossero i costituenti di una vera Unione Europea, ed anche se essi fossero pronti ad approvare una costituzione di tipo federale. I poteri di uno Stati federale, e soprattutto di uno che si creasse da Stati fatti diversi da u11a storia oltremillenaria, dovrebbero all'inizio essere solo qt1elli strettamente necessari: la difesa, gli affari es·teri, il commercio con l'estero, la 1noneta, la cittadinanza, forse lo sviluppo economico. Anche uno Stato federale non è sempre al sicuro ,da secessioni e addirittura da guerre civili; ed è bene limitarne agli inizi le possibili cause. 4. - Se si rifiuta la teoria di un provvidenziale at1tomatismo che estrarrebbe l'integrazione politica europea dal progresso dell'integrazione economica (perché si è convinti che è pur sempre necessario si manifestj in Europa o in parte di essa una precisa volontà politica di s11perare il sistema degli Stati storici e di costituire una Unione Europea, volontà grazie alla quale anche lo stesso processo• di integrazione economica potrà esser condotto a termine), c'è allora da domandarsi in che modo sia realisticamente possibile che si giunga alla formazione di tale ,,olontà politica. Intendo qui esaminare brevemente la validità delle varie ipotesi che si possono fare a ·questo riguardo. · Il sistema a cui per primo si pensa, se non altro sulla base di certi ricordi storici, è quello a cui allude una frase che viene attribuita al generale De Gaulle: « Vedo la Federazione, ma non vedo il Feclera27 Bibl"otecaginobianco

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