Roberto Du.cci prevedibili. Posso-no crearsi tt1ttavia forti dissensi politici fra gli Stati membri, ad esempio in materia- di relazioni col mondo esterno: dei quali dissensi abbiamo avuto recentemente un esempio propedeutico in occasione del crollo della trattativa con la Gran Bretagna , a cui ha fatto seguito una crisi gravissima, non ancora superata, negli stessi svi-_ luppi dell'integrazione economica. Altri gravi disse11si potranno nascere sulle decisioni da prendere riguardo alle relazioni, anche soltanto commerciali, con gli Stati Uniti o l'URSS. Un'altra forma di dissenso politico fra gli Stati membri che non lascerebbe indenne neanche l'i11tegrazione eco·nomica sarebbe infine l'adozione da parte di uno di essi di un regi1ne politico interno, fortemente in contrasto con q_uelli in vigore negli altri Stati. Se uno degli Stati della CEE divenisse comunista sarebbe impensabile che esso continuasse a far p-arte di una Comunità Eco-nomica che, programmazio,ne o no, si basa i11 sostanza sulla libertà economica interna e so-prattutto verso l'esterno, sia pure nel quadro di regole comuni. Uno1 Stato comunista non potrebbe, checché ne dicesse, attenersi a queste regole del gioco, e dovrebbe andarsene o essere espulso. Ma anche nel caso più attendibile di uno Stato membro che scegliesse un regime di assoluto nazionalismo economico (come può accadere a Stati di tipo fascista e talvolta anche di tipo socialista) è chiaro che la Comunità rischierebbe di doversi amputare. E finalmente, benché questo possa parere un caso limite, uno Stato che volesse rimanere fedele all'economia di mercato pura quando tutti gli altri Stati della ·comunità passassero all'economia dirigistica si sentirebbe indotto a lasciare la Comunità, per quanto d~lo,rosa potesse essere la rinuncia a certi benefici di essa. 3. - Dagli accenni fatti nel precedente paragrafo io vo,rrei trarre una conclusione sotto forma di avvertimento. Si è fatta diffusa la tendenza, negli ultimi tempi, a voler caricare sulle ancora fragili spalle della Comunità Economica sempre nuovi compiti. Benché già il Trattato di Roma non sia facile da eseguire, si è proposto di allargare il campo d'azione della CEE a settori non previsti dal Trattato. Proposte e suggerimenti sono quasi sempre stati originati da esigenze obiettive, yenute man mano a farsi sentire, anche se non sempre con la stessa urgenza. Alle proposte si è voluto anche dare un lustro politico affermando che, quanto più si allarghino le funzioni della Comunità Economica, tanto più si avvicina il giorno della sua trasformazione in Co·munità politica. Per i motivi detti più sopra io ritengo questa teoria non vera, e l'applicazione di essa pericolosa. Se posso concedere che queste pa26 Bibliotecaginobianco .
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