Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Francesco Con,zpagna e Indro Montane/li certe regioni è la grande industria di base. Ecco perché io ritengo che ad un certo punto era l'iniziativa pubblica cl1e doveva intervenire in taluni settori dell'industria di base, nel settore elettrico, nel settore siderurgico, per fare degli esen1pi. Intorno a questi grandi giganti devono sorgere, però, come tu dicevi scrivendone sul « Corriere », i nani, ·1emedie imprese, le piccole imprese; deve esserci una fioritura di iniziative private locali nel Mezzogiorno, e io credo che cominci ad esserci, questa fioritura. Non è vero, irffatti, che i meridionali non vogliano rischiare per l'industria. È vero che i meridionali spesso non sanno come rischiare per l'industria, ma, in quanto alla propensione al rischio, questa c'è. Occorre naturalmente anche l'iniziativa privata importata, quella specie di pionierismo di cui tu giustamente lamentavi la mancanza; perché qui io sono perfettan1ente d'accordo, e il punto comune fra noi è questo: ci domandiamo entrambi ansiosamente se ci sarà o no·n ci sarà questo pionierismo. Come dobbiamo stimolarlo,? È bastato fare le infrastrutture e l'industria di base, o è necessario anche che noi si faccia degli stabilimenti, come Stato, in settori che no11 siano di base, per metterli poi a disposizione dell'iniziativa privata, quando e non appena volesse rilevarli? Franca1nente, io preferirei la prima soluzione, che li facesse l'iniziativa privata direttamente, tali stabilimenti; e se in questo senso siamo perfettamente d'accordo, magari siamo d'accordo anche nell'altro senso, che, qualora l'iniziativa privata non lo facesse, 11oi dovremmo fare quest'ulteriore passo avanti, nella speranza che si muova poi fi11almente l'iniziativa privata, per rilevare gli stabilimenti avviati dall'iniziativa pubblica. Ma lasciamo stare ora il discorso sull'industria e tocchiamo un altro punto che abbiamo toccato al Nord, e che dovevamo toccare al Nord: è forse il più scabroso dei punti che abbiamo toccato al Nord, perché è uno dei motivi ricorrenti di molte polemiche fra Nord e Sud. Du- ' rante questi anni, come voi sapete, le reazioni dei settentrionali nei f confro11ti dell'immigrapone meridio 1 nale, sempre più rumorosa e volumino,sa, sono state spesso sgradevoli, specialmente a Torino. Se ne volete avere una notizia più precisa, ci sono due giovani studiose torinesi (e questo fa loro 011ore, e fa onore pure a Torino dove esse lavorano) che hanno registrato queste reazioni in una inchiesta, dimostrando in quali modi si manifesta l'ostilità nei confronti degli immigrati meridionali (l'incl1iesta, di Anna Anfossi e Flavia De Rossi, si legge nel volume Immigrazione e Irzdustria, edito da Comunità). Ma io, di queste reazioni, più o 111eno razzistiche, non mi stupisco; non è di questo che mi stupisco, non è di questo che mi scandalizzo. Quando c'è in corso un grande processo di redistribuzione della popo248 Bibliotecaginobianco i

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