La Redazione j Si deve evitare questo, ~per eyitarJo è n~essario Fanfani. Se è vero - come scriveva in una « lettera » a « Norcl e Sud », pubblicata nel numero di aprile, un esponente della sinistra· democristiana di Torino, Ettore De Giorgis - che « il nemico da battere è, e deve essere, il doroteismo, intes0 come costu111e morale e politico più ancora che come gruppo organizzato all'interno della DC, nella situazione attuale un risultato del genere può ottenersi soltanto con l'alleanza sempre più stretta fra Moro e Fanfani ». È un giudizio politico, questo, ancora più valido oggi di quanto non lo fosse ieri, quando pubblicavamo la lettera di De Giorgis. L'assunzione di Moro alla Presidenza del Consiglio dovrebbe essere l'occasione (nelle intenzio11i degli avversari del centrosinistra e, pare, anche nelle intenzioni dei « dorotei », ansiosi di conquistare tutte le posizioni di potere che non hanno ancora conquistato) per liquidare la maggioranza del Congresso di Napoli. Sembra, però, che Moro e Fanfani se ne rendano conto a giudicare dal modo pacifico con ct1i -- nel momento in cui scriviamo -- è emersa l'investitura di Moro. Auguriamoci che se ne rendano conto anche_ le altre forze interessate alla continuazione e all'approfondimento della politica di centro-sinistra. Vorremmo, pure, a questo punto e per concludere, riprendere il· discorso sui « dorotei ». Vi sono, tra costoro, uomini intellige11ti e competenti che sembrano, però, dominati dall'ansia del potere per il potere, e che soltanto ad esigenze di potere, perso11ale e di gruppo, sembrano ispirare la loro azione politica. Raramente· un gr11ppo politico ha saputo polarizzare contro di sé tutta l'antipatia di cui possono essere capaci gli altri gruppi politici e gli ambie11ti intellettuali, i migliori e i più disinteres5ati. In taluni di questi ambienti la parola « doroteo » suona addirittura come un'ingiuria; e sulla carta « dorotea » puntano, tutti coloro che si ripromettono, tutt'altro che disinieressatamente, di provocare una crisi definitiva della nuova maggioranza e il ritorno a maggioranze di destra, a- governi del tipo di quelli che non han110 lasciato certo un buon ricordo fra quanti hanno a cuore le sorti della democrazia italiana, la sua stabilità istituzionale, il suo consolidamento politico, il suo arricchimento civile. Si può dissentire da Scelba, ma si ha sempre un certo rispetto per la chiarezza e la coerenza delle sue posizioni politiche. Non si può, inve~e, non considerare con irritazione, o, con fastidio, questa specie di questione personale con Fanfani che sembra essere la sola ragione sociale dei « dorotei », alcuni dei quali, pri1na della III Legislatura, avevano suscitato intorno a sé ben altri sentimenti, di- stima, o addirittura di ammirazione. D'altra parte, abbia_mo visto alcuni « dorate-i » correg22 Bibliotecaginobianco_
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