Alberto Aquarone scolaretti primi della classe; quel che importa è che all'interno, della compagine sociale esista, nella discussione dei problemi fondamentali che di volta in volta si presentano, una sostanziale omogeneità di linguaggio, che gli elettori possiedano non tanto una conoscenza dei problemi, che non sarebbe comunque possibile conseguire, quanto una fiducia sufficientemente larga nel sistema, nei metodi che esso mette a disposizione per affrontare e tentar di risolvere tali problemi. Come già accennato, il saggio di Spadolini su democristiani e socialisti dalle elezioni del 1958 al governo bipartito di Fanfani, alla fine del volume, risulta di co·ntenuto eterogeneo rispetto agli altri, tanto che non se ne comprende proprio la ragion d'essere. Vi si trovano giudizi di merito che lasciano per lo meno perplessi, soprattutto vi si ritrovano tutte le modulazioni e variazioni del solito tentativo (oggi più che mai in atto da parte di certa stampa moderata e benpensante) di catturare la socialdemocrazia ai fini di una politica antisocialista e in funzione di copertura a sinistra di una politica d'immobilismo grettamente conservatore. E questo, naturalmente, stona con gli intendimenti del volume e con le voci degli altri che vi hanno collaborato con saggi di maggiore impegno. ALBERTOAOUARONE 234 Bibliotecaginobianco
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