Alberto Aquarone soluzione i più gravi problemi dell'arretratezza 1neridionale. « Ma - osserva giustan1ente Battaglia - non erano soltanto questi i problemi della società italiana. In effetti, l'azione di governo, malgrado ogni buona volo·ntà, lasciava insoluti e scoperti molti dei grandi problemi di una società democratica moderna, molte delle esigenze più vive: un sistema rapido ed efficiente ~i assistenza e di previdenza sociale, un rapido ed imparziale funzionamento della giustizia, un forte e serio freno alla speculazione privata, una scuola capace di debellare l'analfabetismo· e di assicurare 'l'eguaglianza delle possibilità', una diffusa libertà dei grandi strumenti di comunicazione del pensiero, una effettiva tolleranza per tutte le fedi politiche e religiose, un ragionevole grado di auto 1 nomia delle istituzioni pubbliche dalle ingerenze del clero, una sicurezza concreta per tutti i cittadini di poter essere meglio tutelati dalla legge che da potenti privati ». E aggiunge ancora Battaglia: « Non esiste, del resto, un paese in cui sia possibile scindere la situazione delle zone depresse dalla situazione delle zone sviluppate, i problemi della miseria da quelli del costume, le questioni sociali da quelle istituzionali. Così, correlativi ai fondamentali problen1i dello sviluppo economico-sociale, erano vivi quelli attinenti alla saldezza stessa della compagine statale, i problemi dell'autorità e della libertà, di un'autorità dislocata dai suoi naturali detentori e perciò malamente esercitata, e di una libertà malsicura e compressa; i problemi, in altri termini, della frattura tra il corpo sociale e le istituzioni politiche, della pro,gressiva sfiducia popolare negli organi dello Stato, nel Parlamento, nel Governo, nell'amministrazione, nella giustizia, nella legge, nel costume pubblico. E questa fu la crisi vera che il centrismo non riuscì a sanare, perché era, in definitiva crisi di forze politicl1e; derivava, cioè, dal diffuso desiderio del paese di essere interpretato e guidato da uomini e partiti capaci di guardare oltre se stessi e i propri particolarismi: dalla profonda esige11za, mai con1piutamente appagata in tutto il corso della storia unitaria italiana, di un effettivo allargamento della base politica dello Stato». Infine, nel terzo saggio di questa prin1a parte, Guglielmo Negri e Paolo Ungari delineano con mano sicura e incisiva capacità di sintesi gli aspetti essenziali de « La vita dei partiti», senza limitarsi ad una semplice analisi esterna delle strutture e dei programmi di partito e della loro azio11e parlamentare, n1a sforzandosi di penetrare a fondo nei caratteri peculiari del sistema partitico italiano e di illuminarne il significato nell'ambito dell'intera vita politica del paese, e ciò evitando di cadere nei tanti luoghi comuni di cui in questo campo abbonda anche la letteratura più smaliziata. Di notevole interesse, per esempio, le osservazioni dei due autori s11lle correnti interne di partito, di cui sanno individuare anche la funzione positiva e sostanzialmente democratica. « Senza dubbio, -- scrivono in proposito Negri e Ungari - le denunce, che subito infittirono, della disciplina di corrente co-me lesiva della disciplina unitaria dei partiti coglievano nel vivo. Era facile indicare manifestazioni inquietanti di settarismo, di chiusura, di burocratizzazione persino: ben presto ci si ritrovò a riproporre la problematica della ' demo232 Bibliotecaginobianco
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