Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Giuseppe Galasso appare come « une méthode et ph.1s largement une manière de saisir, de comprendre, de connaitre » il movimento della realtà sociale (p. 180); dal punto di vista del terzo, appare come la trama « des rapports dialectiques dans lesquels entrent la méthode dialectique et le mouvement dialectique réel » (p. 182). E, poiché non esiste un parallelismo rigoroso, a parere del Gurvitch, tra le sfere del reale e le scienze che le studiano, e tanto meno un parallelismo tra la molteplicità dei movimenti dialettici reali e le possibilità di articolazione del metodo 1 dialettico, sorge la necessità di individuare dei « procedimenti operativi di dialettizzazione », che evitino la disp·ersione, altrimenti possibile, dell'impostazione dialettica dei problemi (p. 183). Di siffatti « procedimenti operativi di dialettizzazione » è possibile scoprirne sempre di nuovi. Il Gurvitch per suo conto ne individua e ne definisce cinque: la complementarità dialettica; reciproca implicazione dialettica; ambiguità dialettica; polarizzazione dialettica; reciprocazione di prospettive (pp. 190-218). Alcuni di questi procedimenti presentano interne suddivisioni e articolazioni. Nel loro complesso, però, questi procedimenti non spiegano, non danno schemi esplicativi della realtà; giungono - in sociologia - alla soglia della spiegazione, ma no.n la varcano; se sono adoperati in funzione esplicativa, si riducono ad una mera descrizione; per giungere alla spiegazione della realtà sociale, la sociologia può solo adoperare i quadri esplicativi preparati dialetticamente, ma deve attingere altrove i suoi procedimenti esplicativi, che sono correlazioni funzionali, regolarità tendenziali, calcoli di probalità, causalità singolare etc. (pp. 218-220). E poiché, a parere del Gurvitch la causalità singolare è, tra le categorie esplicative, la più soddisfacente, ne deriva che la storiografia, la quale fa di essa categoria l'uso più ampio e corretto, spiega meglio e più sicuramente della sociologia la realtà umana. Ma è la sociologia, in ogni caso, che fornisce alla storia i suoi quadri concettuali e l'aiuta a ridurre al minimo le sue componenti ideologiche. Ha inizio così l'ultima sezione del libro, dedicata ai rapporti tra la sociologia e le altre scienze sociali. Insieme co1 n la storia, la sociologia è l'unica scienza sociale che porti su uno studio degli insiemi sociali; le altre scienze sociali, a p,arte la differenza dei met~di, si riferiscono invece « à l'étude des divers étagements de la réalité sociale ». Ma una corretta applicazione dei procedimenti di dialettizzazione indicati in precedenza consentirebbe, a parere sempre del Gurvitch, una fruttuosa collaborazione sia tra sociologia e storia che tra esse e le altre scienze sociali (221-239). A questa complessa articolazione delle sue vedute metodologiche il Gurvitch dà la denominazione di iper-empirismo. dialettico. La denominazione non. può non destare perplessità. L'autore, che lo sa bene, avverte fin dall'introduzione del significato da dare ad essa: « L'esperienza effettiva ... è sempre, a vari livelli, mediata. Si tratta di sfere intermediarie tra l'immediato e il costruito, che ci permettono di penetrare nella trama Jnestricabile delle « mediazioni dell'immediato» e delle « imrr1ediazioni del mediato». Così, attraverso l'esp·erienza, ci troviamo radicati 11ella dialettica. È l'unione di esperienza e di dialettica a dare l'esperienza nella sua pienezza. La dialettica 226 Bibliotecaginobianco I \

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