Enzo Colino - Giuse·ppe Galasso colonie agricole, la siste111azione degli immigrati, i contrasti con gli arabi, i rapporti con la Russia e gli Stati Uniti, i sindacati,· l'esercito ... A questi aspetti, alcuni risolti_ o giustamente indirizzati, altri aperti come dolorose ferite, mancano risoluzioni e risposte immediate, la stessa velocità dei mutamenti in corso impedisce di concludere dopo un breve giro d'orizzonte. Le parole di Ben, un giovane ebreo jugoslavo·, sono una bellissima metafora della realtà israeliana e precisano le sensazioni raccolte da un osservatore problematico come Russo. Dice Ben: « Il senso di Israele, di un paese cioè che sta sempre in movimento, che si sviluppa ognf gio1 mo, lo si ha nelle strade. Dovunque c'è gente che cerca un passaggio in auto1nobile. L'autostop che altrove è quasi scomparso e che è riservato solo ai giovani in vacanza, qui lo fanno tutti... La ragione non deriva solo dal fatto che i mezzi di trasporto sono, forse, ancora insufficienti. Credo che il motivo più profondo sia che gli israeliani non amano star fern1i e si trasferiscono co,ntinuamente da un punto all'altro del loro piccolo paese quasi per supplire con questi spostamenti al fatto di non poter passare le frontiere, chiuse dal filo spinato e dall'odio degli arabi. Ecco perché gli israeliani, benché siano due miliojni, si può dire che si conoscano tutti fra loro come conoscono zolla per zolla il loro, paese». Dalla Bibbia all'ato,mo l'arco di esperienze è stato dunque sconvolgente: Russo ne ha individuato le prospettive fondamentali sicuro che « la realtà stessa di Israele, la sua vita coraggiosa devo·no essere una risposta a queste • domande poiché la vita n1.1ova di un popolo fonde e st1pera le sue stesse contraddizioni ... Gli israeliani lavorano per affermare il loro diritto a essere se stessi». Perciò sembra scomparso « quel- cerchio d'o.mbra che ha sempre diviso finora gli ebrei dagli altri »: è accaduto anche questo in Israele ed è una delle sottili intuizioni che durano a lungo nel lettore, insieme a capitoli tipicamente narrativi come « Le avventure di Joseph ». Il fatalismo ebraico e il tratto picaresco di questo personaggio ricordano le figure d'ebrei ricorrenti nei romanzi d'un Bellow o di un Malamud, ma qui i suoi caratteri fedelmente registrati - o meglio, riinventati dalla felice disposizione di Russo al racconto - fanno di Joseph una apparizione straordinaria, un tratto di dignità letteraria che non a caso è fra i risvolti più interessanti del libro. ENZO GoLINO Dialettica, sociologia, filosofia Non buona si deve definire l'accoglienza che il libro di G. GuRVITCH, Dialectique et sociologie ( ed. Flammarion, Paris 1962) l1a ricevuto in Francia (si veda, ad es., la recensione dedicata ad esso dalla « Revue Française de Sociologie »). In Italia, tranne le recensione di R. Franchini su « Il Mondo» e di M. Spinella su « Critica marxista», il libro è passato poi pressocché inosservato. E se la cosa non suonasse tanto strana, diremmo proprio che 224 Bibliotecaginobianco
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