Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Carla Perotti. salariato delle "35 mila mensili », nel sottoccupato che « vota rosso » perché è stato fagocitato dall'ambiente e carica la ·protesta, quando può affidarla al segreto del voto, di tutte le proprie intenzioni sovver- • s1ve. Tredici delle quindici donne intervistate hanno dichiarato in questa· zona di votare « a sinistra », come il marito o il padre, pur avendo preso atto di altre suggestioni, e hanno espresso, nei confronti del clero, le riserve destinate ad una cl1iesa che considerano mediatrice tra la miseria operaia e il paternalisrno della classe dirigente. Una eco favo-• revole alla propaganda cinematografica abbiamo cominciato a trovarla solta11to nel quartiere C, alle Vallette. Questa propaganda, della DC, ebbe effetti positivi, infatti, anche superiori alla semplice « credibilità », soltanto all'interno di un contesto sociale relativamente evoluto, in cui, evitando di configurare il racconto come « possibile », la DC riusciva in pari tempo ad evitare le secche dell'extra-storico, sempre troppo pericolose per la grande 1nassa 8 • Fu a questo livello che coi11incia111mo a prendere contatto con u11 elettorato· sensibile ai persuasori occulti della Democrazia cristiana, con un elettorato cioè « consapevole », anche se ancora dubbioso; tale propaganda si è rivelata invece del tutto inefficace sulla gra~de massa, inadatta a ricevere simili « segnali » proprio a causa della sua innata predisposizione psicologica a un insegnarnento massimalista ed elementare, ma intonato alle proprie .inclinazioni .istintive. Sempre ci apparve più sensibile il ceto medio che non la massa, capace di obbedire soltanto ai tre o quattro slogans di base che coincidono con i meridiani dell'istinto, e pronta ad irritarsi nel vedersi offrire al mercato, - dopo aver pagato le arance 300 lire al chilo - i fac-simile delle 1.000 lire offerte da Pella alle buone massaie. Zona C. - Nella zona C, - quartiere delle Vallette - stabilimmo con gli intervistati una serie di colloqui ormai totalmente diversi da quelli intrecciati con le persone delle zone A e B, colloqui in tono minore, nei quali l'elettorato proletario, uscendo dal cinema e parlando dei cortometraggi della DC, si vedeva costretto ad ammettere che « dopo tutto, nel Sud, la terra, l'l1anno data ai contadini », per co,ncludere talvolta che « ci sono ancora tante cose che non vanno, ma ce ne sono tante- che vanno bene » e che « quello che ci hanno fatto vedere dev'essere vero ». La rappresentazione del « fatto » è sufficiente, rispetto a questo livello ct1lturale di elettori, a i11terdire la possibilità di porre il pros Cfr. in La révolution et ses fétiches, ed. La table ronde, a pag. 33 e segg. 186 Bibliotecaginobianco \ \

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