Carla Perotti alle biografie troppo intimiste dei candidati che riempivano volantini asserendosi « orfano di pa~re » o comunicando che << malgrado il duro colpo del bombardamento che gli distrusse l'azienda, riprese gradualmente la sua attività industriale ... ». Tutti gli undici intervistati di questa categoria - piccoli impren-- ditori, commercianti, ecc. - si dissero comunque contrari alla propaganda esercitata dalla sinistra democristiana, sostenendo che asserzioni come quella di Arnaud: « la produzione locale ha toccato, dopo quasi un anno di centro sinistra, livelli mai prima registrati », erano pure fantasie, e che, se « di slancio ancora si può parlare, è perché siamo sulla tangente di quanto è stato fatto prima ». Quanto alla considerazione che i piccoli commercianti dimostrarono di avere degli immigrati, e alle previsioni che essi azzardarono sul loro voto, essi furono del parere che questo elettorato non fosse sensibile all'esca della propaganda: « il fatto che siano sistemati tanto male, che mangino peggio, che vivano nelle sporche locande di questo quartiere, e che sopratutto abbiano sotto gli occhi il confronto naturale con chi vive meglio » costituiva a loro parere « il pericolo », e li spingeva a temere che gli immigrati « finissero con l'accorgersi dello sfruttamento » troppo a lu11go tollerato con il richìamo, come è tipico nel Sud, « al rispetto della famiglia, della tradizione, dell'ordine ». Diceva timoroso un albergatore, cl1iedendosi quale potesse essere lo strumento atto ad esorcizzare « il pericolo »; « qui si accorgono subito che la storia li ha presi in giro ». Gli immigrati, dal canto loro, hanno di questi fatti una lucida consapevolezza: un posto-letto a sei mila lire la settimana, in un camerone di dieci persone, che altro può generare se non una protesta estrema e radicale? Le condizioni negative di insediamento già appaiono, al termine di questo primo gruppo di interviste, come un condizionamento assolutamente favorevole al radicalizzarsi a sinistra degli orientamenti politici, e come un impenetrabile diaframma all'intervento politico di quei partiti che propongono, in luogo di una rivoluzione, soluzioni riformiste. Il riformismo offerto dalla propaganda democristiana, o anche da quella liberale, si è infranto, in questa zona, contro un muro di silenzio o di' ostinazione. Qui l'elettore sa soltanto che i suoi pasti consistono una volta al giorno di pane e mortadella, e una volta al giorno di sola minestra. In compenso, al « Partito », egli pro·va la gioia straordinaria di dare del « tu » ad un compagno che è anche ingegnere, o assessore comunale, -o capo reparto in un'azienda cittadina: salta per aria il 184 Bibliotecaginobianco
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