Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

L'elettore condizionato Tra gli intervistati trovammo due socialisti, due socialdemocratici e quindici comunisti, i quali ultimi motivarono la propria scelta co,n la necessità a parer loro, di « essere difesi senza equivoci », e con una serie di vaghe e risentite dichiarazioni di scontento: « soltanto il comunismo può avere interesse a trattarci da uomini », « per essere rispettati dobbiamo mettere in crisi tutte le istituzioni democratiche », « in fondo non lo avremmo voluto», « quando stavamo al Sud pensavamo che fosse possibile una cosa diversa », oppure: « è stato arrivando qui che ci siamo accorti di essere dei falliti rispetto alla gente », « la gente non si occupa di noi e se vogliamo rappresentare un ' affare attivo ' dobbiamo votare comunista» 5 • Quanto all'ottimismo del tutto leibniziano proprio della propaganda democristiana a Torino, questo non poteva produrre effetti sulla grande massa degli immigrati, condizionati dalle mille buone ragioni del proprio scontento. Tale ottimismo che in queste elezioni si ebbe cura di ampt1tare dei suoi fondamenti teologici per non mettere in imbarazzo l'elettore laico, poteva influenzare soltanto i ceti medi, e questa previsione venne in seguito confermata dai risultati. Specie certa propaganda dei candidati della destra democristiana, che dimostrava chiaramente di considerare l'elettore in quanto « unità di consumo », e quindi di volerne proteggere le tasche, ottenne buoni successi persuasivi con il ceto medio ma alienò totalmente le simpatie popolari. Tipico è da questo puJ:?.tOdi vista il volantino del deputato Costamagna, che si rivolgeva « agli abitanti di Torino e del Borgo Po » asserendo di essere « contro l'apertura a sinistra, per una nuova politica popolare e cristiana, contro 1~aumento delle imposte e per un miglior uso del pubblico denaro», suggerendo quindi all'elettorato di scegliere « il candidato centrista, difensore degli interessi di Torino e del Borgo Po ». Su questa stessa linea si orientò la propaganda dell'on. Pella, che si autodefinì « l'uomo che ha salvato la lira » e che chiese il suffragio a coloro che avessero voluto « assicurare alla famiglia la tranquillità del domanj », garantendo « la stabilità della lira, la tutela del risparmio e l'avvenire dei vostri figli ». Il mercato dei patiti della lira prometteva, infatti, largo credito a chi avesse saputo attirarsene le simpatie, e le undici interviste svolte nella zona A con i piccoli commercianti locali ci fecero prendere atto di un tipo di elettorato in bilico tra il voto alla destra democristiana e l' « altemati,,a liberale », ma tuttavia resistente immigrati nella città nuova. Almeno una cinquantina dichiararono invece di conoscere il disco di twist, ca_ntato da Betty Curtis, che i liberali mettevano in onda sul luogo dei comizi. 5 Secondo una dichiarazione di Min.ucci, della federazione torinese del PCI, la pubblicità· elettorale effettuata a Torino non è costata al partito che 14 milioni. 183 Bibl".otecaginobianco

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