Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

La conferenza nazionale dell'edilizia zione troppo ambiziosa quando si tengano presenti gli indici di altri • • paesi europei. Ora, questa prospettiva fa nascere tutta una serie di problemi di grande momento, alcuni di natura tecnica, altri di carattere prevalentemente politico ed economico. Occorre, innanzitutto, ricercare seriamente gli strumenti adatti al fine di conseguire una riduzione dei costi di produzione, oggi in continua ascesa. Ciò potrà conseguirsi attraverso dei pro·vvedimenti che valgano ad impedire la speculazione sulle aree fabbricabili e, nel contempo, col passaggio ad una edilizia industrializzata. Per quel che concerne il primo aspetto del problema, sono da ricordarsi le recenti disposizioni sulla formazione dei demani comunali di aree edificabili e sulla istituzione di una imposta sugli incrementi di valore delle aree. In ogni modo tutta la questione andrebbe fatta oggetto di separata indagine. Per quanto riguarda poi la industrializzazio·ne è da rilevare cl1e l'attività produttiva nel settore edilizio l1a a11cora carattere artigianale o, quanto meno, pre-industriale. Ciò sia in conseguenza delle particolari caratteristiche del processo produttivo, sia della facilità con la quale, fino a qualche tempo fa, era possibile reperire la mano d'opera necessaria. L'attività edilizia richiede, oltre che una mo·desta percentuale d'opera qualificata, soprattutto manovalanza generica senza alcuna qualificazione e scarsamente retribuita. Tutto ciò ha costituito un incentivo per le piccole e medie imprese, in genere non fornite di grandi capitali, a mantenere lo status quo senza preoccuparsi di introdurre nuove tecniche nel processo produttivo che, riducendo, l'incidenza ' della spesa per la mano d'opera, valessero nel contempo a comprimere i costi di produzione. Così, mentre in altri paesi europei si è diffusa in misura sempre maggiore la prefabbricazione, in Italia si è continuato a costruire con i metodi tradizionali fino a quando la ma110 d'opera no1 n ha cominciato a scarseggiare ed i costi a salire ancora in modo preoccupante a causa dell'aumento dei salari, processo questo irreversibile. Non sono per altro mancate iniziative isolate come quella dell'IACP di Milano, che ha inviato propri tecnici in Francia, Inghilterra e Danimarca per studiare le nuove tecniche colà già da tempo impiegate; ma si è trattato, come si ripete, di iniziative isolate. Il primo problema che si pone, quindi, è rappresentato• dal passaggio ad una fase di industrializzazione -nel settore edilizio, sia: per diminuire i costi, sia per far fronte alla carenza di mano d'opera oggi sempre crescente malgrado i miglioramenti salariali. Questo processo di industrializzazione, la necessità d_elquale è stata sottolineata alla Conferenza dell'Edilizia dal relatore sui pro-blemi del175 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==