Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Nlario Pacelli subito uniformi variazio·ni in tutto· il territorio nazio~ale, riscontrandosi anzi notevoli differenze fra comune e comune·. Più particolarmente, a Napoli si è passati dal 2,04 del 1951 all'l,50 del 1961; a Milano dall'l,23 all'l,02; a Roma dall'l,40 all'l,08; a Palermo dall'l,71 all'l,31. Secondo dati ufficiali provvisori, durante il 1962 nei comuni cap~ luoghi di provincia e co•n popolazione superiore a 20.000 abitanti si è avuta una variazio.ne percentuale di incremento rispetto al 1961 del 9,6 per cento per quel che concerne le abitazioni e del 9 per cento per quel che riguarda i vani costruiti, contro rispettivamente il 22,7 ed il 24,1 per cento riscontratosi nello stesso periodo nei comuni con po•polazione inferiore ai 20.000 abitanti. Questo fenomeno• è da ritenersi in parte determinato anche dall'enorme prezzo delle aree edificabili nelle grandi città, che, facendo salire alle stelle il costo delle abitazioni, spinge i ceti titolari di redditi più bassi a cercare un alloggio nei paesi vicini, dando vita così a quei movimenti pendolari che in città co,me Milano e Torino hanno raggiunto impressionanti propo,rzio•ni. A propo,sito dell'indice di affollamento, in uno studio compiuto da.I CNEL in occasione del rinnovo del blocco dei fitti si faceva notare che « la media nasco·nde la realtà di una situazione ... cioè di un. persistente squilibrio fra un settore (case signorili) in cui l'indice non raggiunge l'unità ed un settore (abitazioni di piccole dimensioni e di scarso· valore economico) in cui l'indice di affollamentò resta molto più alto: come l'indagine statistica (dell'Istat) ha confermato. Semplici medie fra i dati complessivi no·n esprimo,no• effettive condizioni dell'offerta sufficiente e talvolta esuberante solo per abitazioni di alto, co,sto· di produzione ». Tali considerazioni appaiono sostanzialmente esatte. In verità le maggiori carenze si manifesta110 proprio nell'edilizia popolare, malgrado gli sforzi fatti in questo settore dal dopoguerra ad oggi. Si considerino, ad esempio, ·i vani costruiti per l'edilizia popolare negli ultimi 5 anni: 239.177 nel 1958, 384.174 nel '59, 464.731 nel 1960, 385.602 nel 1961 e 305.000 circa nel 1962. Si tratta di cifre cospicue, ma sono ancora inferiori al fabbisogno. Secondo dati raccolti dalla Commissione nazionale della pro·grammazione, nei prossimi 10 anni saranno necessarie 20 milioni di stanze per_ ridurre l'affollamento, eliminare le abitazioni improprie, rinnovare la parte più vetusta del patrimonio edilizio, fornire una nuova abitazione alle famiglie di nuova formazione. Sarebbe così necessario, per dieci anni consecutivi, raddoppiare la produzione attuale annua solo per normalizzare la sit11azione. Si dice normalizzare: ridurre l'indice di affollamento a 0,85 abitante per vano non deve sembrare, infatti, aspira174 Bibliotecaginobianco

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