Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Rosellina Balbi nello stesso tempo; e cl1e, leggendolo, ci si sen~e più _sicuri e più soddisfatti 9 • L'ottimismo: ecco un altro elemento essenziale al successo di una pubblicazione di massa. Senza dubbio, sono gli stessi lettori ad esigere una visione rassicura11te della vita; più grigia è la loro co,ndizione umana, maggiore il bisogno di compensazione. Essi vogliono sentirsi dire cl1e tutto è ancora possibile, che nessuna speranza è assurda. È raro, pertanto, che la narrativa dei periodici a larga diffusione contenga elementi che possano generare sconforto, o anche soltanto perplessità. Allorché un diffusissimo settimanale francese pubblicò Quaderno proibito di Alba de Cespedes, le accoglienze del pubblico non furono troppo favorevoli, e ciò per la conclusione del romanzo, ritenuta ambigua. La componente ottimistica, dunque, è una precisa esigenza del grosso pubblico, e, nel tempo stesso, risponde alla direttiva conservatrice che contraddisti11gue le pubblicazioni di massa. Se ogni individuo ha la possibilità di realizzare i propri sogni, no11 v'è ragione di ravvisare manchevolezze nelle strutture sociali esistenti. Non senza motivo Lazarsfeld e Merton parlano di una « disfunzione narcotizzante » dei mass media: i quali distoglierebbero le energie umane da una partecipazione attiva alla soluzione dei vari problemi che affliggono la società, per incanalarle verso una semplice conoscenza passiva dei problemi stessi. Esiste indubbiamente un meccanismo ad azione reciproca tra i singoli giornali ed i loro lettori. Per esempio, abbiamo avuto occasione di rilevare, in un precedente articolo, l'azione spoliticizzante esercitata dalla stampa femminile sul proprio pubblico; sembra accertato, peraltro, che una qualsiasi presa di posizione, anche largamente generica, t1rterebbe la massa delle lettrici. Racconta Evelyne Sullerot che, quando il settimanale « Bonnes Soirées » fece cenno di un attentato contro il generale De Gaulle, ·e 11n altro noto periodico femminile, « Elle », pubblicò t1na fotografia della piccola Delpl1ine Renard, che era stata gravemente ferita da una bomba al plastico dell'OAS (limitandosi, d'altronde, a porre l'interrogativo se la bambina avrebbe, o no, potuto riacquistare la vista), una valanga di lettere ino11dò le redazioni dei due giornali; c'era bensì chi manifestava il pro,prio parere sui due avvenimenti, ma la grande maggioranza delle corrispondenti mi11acciava di non acquistare più un giornale « che si metteva a fare della politica » 10 • Se è vero cl1e ogni popolo ha il go•verno che si merita, scrive 9 JAMES PLAYSTED Woon, Magazines in the United States, The Ronald Press Company, t.Jew York, 1956, p. 236. 10 EVELYNE SULLEDOT, op. cit., pp. 215-216. 164 BibliotecaginobiancQ

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==