Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Una stanipa senza avventure di ciò che non si pubblica; e non si pubblica tutto quanto rischierebbe di trovare il pubblico diviso, o, perlomeno, in larga misura, indifferente. Lo studioso americano Bernard Berelson ricorda l'episodio del corrispondente europeo di un giornale del Mid West, il quale, avendo trasmesso il resoconto di una crisi politica verificatasi in un paese danubiano, si sentì rispondere dalla redazione: « Non riteniamo opportuno pubblicare la sua corrispondenza, giacché essa non riflette l'opinione del Mid West sull'argomento». Ed è sintomatico come il tema dell'intolleranza religiosa o razziale sia stato accuratamente ignorato dai periodici americani di massa, fin tanto che non è maturato, nell'opinione pubblica, un orientamento decisamente ostile alle manifestazioni di fanatismo razziale e religioso: soltanto allora, osserva Wolseley, la stampa periodica degli Stati Uniti si è decisa ad affrontare l'argomento. È dunque inevitabile che le scelte editoriali di una pubblicazione di massa, dovendo poggiare su elementi di comune, e scontata, intesa, risultino quanto mai generiche. Nello stesso tempo, l'esigenza di soddisfare i lettori più sprovveduti (di non costringerli, cioè, a sforzi di comprensione che finirebbero per respingerli) abbassa il tono della pubblicazione, sino a farle raggiungere, nella maggior parte dei casi, un livello di scoraggiante mediocrità. Le parole di Oscar Wilde ( « il giornalismo moderno giustifica la propria esistenza in virtù del grande principio darwiniano della sopravvivenza del più volgare ») costituiscono un giudizio anticipato - anche se brutale - su quelli che vengono oggi definiti i mass media. Ciò che rende così allettante la cultura di massa, rileva Bemard Rosenberg, è la mancanza di sforzo in essa implicita: in altri termini, si mira a fabbricare un prodotto di facile assi1nilazione. Non a caso Mac Donald paragona questo tipo di alchimia culturale al procedimento di omogeneizzazione del latte, in virtù del quale i globuli di panna, anziché galleggiare separatamente alla superficie, vengo-no uniformemente distribuiti in tutto il liquido. Analizzando lo straordinario successo ottenuto dal « Reader's Digest » (diciassette milioni di copie in tutto il mondo), lo stesso Mac Donald ne attribuisce la causa al fatto che i promotori di quella rivista hanno semplificato al massimo la formula, già abbastanza generica, di altri p·eriodici: « trattando in due pagine i temi che le altre pubblicazioni trattano in sei, il « Digest » diventa tre volte più ' leggibile ' e tre volte più superficiale» 8 • E Wood, il quale dello stesso periodico dà, pure, una valutazione positiva, ribadisce che esso offre una lettura priva di sforzo, come uno spettacolo televisivo; che è un palliativo e uno stimolante 8 DWIGHT MAC DONALO, A theory of Mass Culture, in « Mass Culture», The Free press, Illinois, p. 62. 163 Bi~liotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==