Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Luigi Mazzillo ginale, si può sintetizzare nella osservazione che sarebbe stato forse opportuno che l'Autore - rinunciando in parte: all'impostazione scientifica dello studio - avesse integrato le risultanze del procedimento statistico co,n una informazione più diretta ed esplicita per il lettore dei vari centri 01 perativi presenti nella Provincia. Così, in particolare, sarebbe stato opportuno parlare delle nuove e più importanti iniziative industriali chiamandole per nome, una per una, invece di costringerle unicamente nei mo,duli di classificazione statistica e nella descrizione dei singoli setto,ri di attività industriale. Ciò avrebbe probabilmente per1nesso un migliore, più specifico, apprezzamento del ruolo dei diversi centri operativi ai fini del futuro sviluppo dell'economia provinciale: proprio in considerazione del fatto che - come giustamente osserva lo stesso Forelli - si è ritenuto di « escludere una semplice proiezione nel futuro della passata evoluzione o delle tendenze in atto», e ci si è dovuti quindi « necessariamente basare su valutazioni ed ipotesi di carattere qualitativo, cioè su criteri e scelte di politica eco.nomica ». Il secondo ordine di considerazioni ha, invece, portata più ampia: esso tuttavia non ha un assunto critico, ma riflette un limite consapevole ed obiettivo dello studio. In effetti, Fiorelli, in mancanza di una pro-. grammazione nazionale e di una sua articolazione a livelli r~gionali, ha dovuto limitarsi a sviluppare un mo-dello di sviluppo a livello locale. Pur inquadrando continuamente tale modello nella prospettiva di più vasti spazi economici, ed impostando la .sua costruzione in mo·do da ridurre al massimo la possibile incidenza delle variabili esogene, ha dovuto necessariamente prescindere da un controllo quantitativo di compatibilità rispetto a ipotesi di sviluppo regionale e nazionale, e co-ntenere quindi l'elaborazione del modello su scala provinciale nei limiti di una prima approssimazione. Si può pertanto dire che, volendo configurare un « metodo delle approssimazioni successive », lo studio del Fiorelli viene a _rappresentare - per quanto- riguarda le prospettive - la prima e fondamentale delle approssimazioni necessarie per giungere agli apprezzamenti definitivi. Ciò è stato chiaramente avvertito dall'Autore, che ha volutamente posto dei limiti precisi alla ricerca, tenendo peraltro ben presente che l'economia di una provincia - specie nel caso di Latina - subisce l'influenza dei meccanismi economici operanti a livello regionale .e a livello nazionale. Si può così concludere che lo studio del Fiorelli, mentre approfondisce una esperienza particolarmente significativa, propone per una nuova via l'esigenza di una programmazione globale dell'economia nazionale, articolata su basi re-gionali. LUIGI MAZZILLO 158 Bibliotecaginobianco

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