Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Luigi Mazzillo meccanismo di sviluppo senza ricorrere necessariarp.ente ad iniziative di rottura, come la creazione di una industria :di base. Insieme all'aspetto settoriale, la evoluzione economica della provincia di Latina ne presenta poi anche uno spaziale. Lo sviluppo intensivo e propulsivo si è avuto, infatti, quasi esclusivamente nella pianura. pontina, nella zona più prossima alla capitale, dove_ si è localizzato 1'80% dell'aumento complessivo dell'occupazione riel settore industriale. Per cui, allo stato attuale, il 55% del totale valore aggiunto della Provincia ed il 42 % della popolazione si concentrano nella pianura pontina. Queste differenziazioni zonali sem·brano in parte destinate, in seguito ad una determinata politica economica e alla messa in atto di specifici criteri di intervento, a ridursi in prospettiva: come osserva il Fiorelli, « nel quadro di un meccanisn10 generale di sviluppo della Pro·vincia ... la dinamica economica che si · è avviata nel passato periodo, insieme ad una adeguata differenziazione dei criteri di intervento, potranno dar luogo ad uno sviluppo economico ulteriore nella zona pontina e ad uno sviluppo intensivo nella zona litoranea meridionale; d'altro canto, u11a organica valorizzazione delle risorse del territorio potrà permettere un apprezzabile progresso nella zona collinare, nonché una sistemazione e un migliora1nento delle condizioni ambientali e di vita nella zona collinare interna, caratterizzata da un'economia propriamente montana». La conclusione generale porta a confermare la validità del principio della politica dei « poli di sviluppo », ma anche ad affermare la necessità di inserire - tendenzialmente, in una fase di avviata evoluzione - tale criterio in una politica settorialmente e territorialmente più equilibrata, definita in un quadro regionale. Quanto, alla dinamica economico-sociale, provocata dalla industrializzazio11e, la indagine di Fiorelli ha permesso di accertare, in particolare, quali siano stati gli effetti dell'industrializzazione sia sul mercato del lavoro che sul movimento sociale della popolazio·ne. È risultato, infatti, che, nonostante l'intenso sviluppo industriale, permane tuttora nella Provincia un rilevante grado di disoccupazione. Le cause so,no da ricercarsi soprattutto nella « liberazione » dei « disoccupati nascosti » in agricoltura e nella elevata utilizzazione presso le nuove iniziative di manodopera giovanile e femminile: si è avuta, in definitiva, l'offerta di lavoro· e quindi l'occupazio-ne di unità che prima erano in condizioni di inattività. Per cui, nonostante l'aumento della occupazione complessiva, si riscontra tuttora un notevole numero di disoccupati. Tale feno,meno trova confern1a anche nel movimento sociale della popolazio,ne, il quale nel corso del decennio è stato di segno negativo: 154 Bibliotecaginobianco

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