Paesi e città Un interessante sintomo di progresso rispetto alla tradizione è dato, invece, dalla incidenza che assumono le iniziative nel settore meccanico, e ciò non tanto per il loro peso sul totale, che pure è assai notevole, quanto per la diversificazione degli interessi che vi si 1nanifestano ed il rilievo che le iniziative stesse sono destinate ad avere nella struttura industriale napoletana. Le 21 iniziative nel settore meccanico (il 23% del totale) concernono, infatti, quasi tutti i principali co·mparti del settore, ivi inclusi alcuni non sufficientemente presenti nel Napoletano (attrezzi e stampi, carpenteria e attrezzature di precisione, etc.). Ben 11 iniziative concernono, infine, la costruzione di nuovi stabilimenti, alcuni dei quali (la Ignis, la Sice, etc.) di notevole interesse. Anche tra gli ampliamenti alcuni appaiono di sicuro rilievo, come ad esempio quello della OCREN per la costruzione di un nuovo reparto destinato alla produzione di grandi macchine e locomotori. Il terzo settore in ordine di importanza è quello tessile e dell'abbigliamento che co,n 17 iniziative incide per il 19% sul totale. Di queste 17 iniziative, ben 11, tuttavia, riguardano il solo comparto delle calzature per uomo, delle quali 6 p·er la costruzione di nuovi stabilimenti e 5 per l'ampliamento di aziende esistenti. Mancano notizie sul volume unitario medio degli investimenti in questo comparto, e sul rapporto tra gli investimenti e gli addetti ipotizzati. Non è, quindi, possibile dire se queste iniziative sono di autentico rilievo industriale o se si tratta ancora di investimenti occasionali, dettati da esigenze diverse e lontane da quelle che dovrebbero essere .proprie ad una ristruttura- ' zione di questo, tradizionale settore produttivo napoletano. Delle altre 26 iniziative una diecina riguardano i manufatti in cemento ed il settore del legno, nessuna delle quali sembra di particolare rilievo. Le 6 iniziative nel settore chimico sembrano, invece, interessanti e sufficientemente diversificate: tali da far loro assegnare la stessa validità che abbiamo data alle iniziative del settore meccanico,. Da questi ultimi dati sembra comunque lecito concludere che qualcosa di .nuovo comincia ad accadere negli insediamenti industriali che attualmente interessano Napoli. E questo « qualcosa » di nuovo riguarda pro·prio quel « vuoto » che biso·gna riempire tra l'industria moderna e l'artigianato industriale. 7. - Il problema dello sviluppo e ~el progresso dell'indu~tria e dell'economia napoletana non può, tuttavia, essere compiutamente approfondito, e meno che mai risolto, senza inserirlo in quelli che sono · i problemi più co1nplessi e specifici di Napoli. Qui ci limitiamo, un po' alla rinfusa, ad accennare solo ai problemi sociali della città, ai pro139 Bibliotecaginobianco
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