Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Antonino I zzo di Tocchetti-Beguinot-Mazzuolo, è dato di notare, ad esempio, che le più significative iniziative industriali avviate n~l periodo 1944-1960 trovano la loro origine in volontà, - spesso coraggiose volontà - estranee a Napoli. Esse si chiamano Olivetti, Selenia, Pirelli, Rhodiatoce, Colussi, Sumbeam Italiana, Alfa Romeo, senza parlare della Italsider, della Dal-_ mine, della Lepetit, etc. etc. C'è da dire, però, che le capacità imprenditoriali napo1etane, negli ambienti in cui potevano manifestarsi e concretizzarsi, hanno pure qualche primato dalla loro parte: per esempio, quello di aver pagato per primi in Italia ed in Europa, un giocatore di calcio oltre cento milioni! È un primato anche questo. Un altro problema che si pone con urgenza ed al quale abbiamo già accennato in precedenza, è quello relativo ad una revisio,ne delle strutture e delle dimensioni aziendali così come rivelatesi negli ultimi dieci anni in Campania, e particolarmente a Napoli e nel Napoletano. A questo riguardo il livello dell'investin1ento unitario per addetto ipotizzato può essere un indice, se saggian1ente adoperato nei vari settori, di sufficiente validità per operare nel senso di una spinta verso forme moderne di azienda, verso l'« in1presa » condotta da « imprenditori » e non da « padroni ». Arma assai efficace a questo fine può essere la manovra dei crediti agevolati, una volta che ~ssi vengano intesi per quello che sono nella loro essenza, e cioè mezzi di progresso e di i11dirizzo di questo progresso, e non mezzi di « routine » e di cristallizzazione di certi tradizionali sistemi economici ed imprenditoriali napoletani. La tendenza più recente che si manifesta nel settore degli investimenti nel Napoletano può essere ricavata da una sintesi contenuta nelle « Informazioni Svimez » del 2 Gennaio scorso. Da 89 iniziative i11dustriali realizzate o in corso di realizzazione nel Napoletano negli ultimi tempi, è possibile ricavare interessanti indicazioni, cominciando dal settore agricolo-alimentare. lvi 5 iniziative concernono la costruzione di un nuovo mulino o l'ampiamento di altri q_uattro; 4 iniziative riguardano il settore vinicolo, delle quali tre per costruzione di nuovi impianti e la quarta per un ampliamento; 16 iniziative concernono. ampliamenti o nuovi impianti nel settore agricolo-alimentare, e precisamente sei iniziative relative agli ortofrutticoli, quattro alla torrefazione del caffè, tre al settore dolciario, due alle acque minerali o gassate e l'ultima alla costruzione di un mangimificio. In totale le 25 iniziative, sostanzialmente tutte legate al settore agricolo-alimentare, rappresentano il 28% del totale. A parte un paio di eccezioni, tutte le iniziative in questo settore appaiono di scarso rilievo. Il loro peso rispetto al totale è ancora troppo elevato. 138 Bibliotecaginobianco

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