Antonino lzzo A Napoli, ad esempio, figurano effettuati ben 194 investimenti nel settore alime11tare di importo unitario mediq di 34 milioni di lire; ben 91 investimenti nel settore tessili-abbigliamento di importo· unitario di 32 milioni e comportanti un investimento per addetto di 700 mila lire; 42 investimenti nel settore delle pelli e cuoio di importo unitario. di 33 milio,ni e con un investimento per addetto di poco più di 800 mila lire; 67 investimenti nel settore del legno di importo unitario di 34 milioni; 123 investimenti nel settore della meccanica di importo medio di 32 milioni e con un investimento per addetto· di 800 mila lire (negli investimenti unitari di 300 milioni l'investimento per addetto è di 2,6 milioni, ed in quelli superiori ai 3 miliardi l'investimento per addetto è di 5 milioni!!); 51 investimenti nel settore dei materiali da costruzione con un investimento unitario per addetto di 700 mila lire; e così via fino al settore delle industrie c. d. « varie », nel quale figurano una ventina di investimenti di importo unitario di 26 milioni di lire, con 800 mila lire investite per addetto, e poco più di 13 milioni di lire « finanziate ». (E qui si richiama quanto già detto a proposito del costo di siffatte operazioni di finanzian1ento, tra impiegati, funzionari, esperti, consulenti, perizie, pi~ni, relazioni, stati di avanzamento, tele- . fonate, indennità di missione, etc. etc.!!). Ed a questo punto cade opportuno richiamare e riassumere alcune considerazioni fatte in precede11za. La prima di esse è relativa alla funzione che esplicano nel determinare . l'ampiezza ed il livello di certi indici della vita economica di Napoli e della provincia (i redditi, i consumi, l'occupazione, ecc.) un ristretto numero di industrie di altissimo e costante rendimento, e di funzionale, mo-derna struttura. Ci si riferisce, citando a caso, agli impianti dell'Italsider di Bagnoli e di Torre Annunziata, alla Olivetti, alla Selenia, alla Rho·diatoce, alla CONE, _ alla Dalmine, agli Stabilin1enti Meccanici di Pozzuoli, alla AERFER, alle Officine ferro·viarie Fiore, alla Lepetit, alle Officine Meccaniche Meridionali, alla OCREN ed a forse una dozzina di altre, alcune di antica tradizione, altre di più recente impianto, ma tutte caratterizzate dalla infl~enza decisiva che esercitano sulla vita economica napoletana e campana. Sono queste le industrie che rappresentano quello che all'inizio del presente lavoro· abbiamo definito il nucleo industriale più compatto e meglio diversificato esiste11te nel Meridione. Ma dietro di esse a Napoli e nel Napoletano c'è un vuoto, di qualità prima che di dimensione, che bisogna ancora riempire. Se potessero isolarsi le cifre relative al ristretto numero di industrie innanzi citate dalla massa delle cifre che concorrono a formare gli indici della vita economica di Napoli e della provincia, questi indici scenderebbero a livelli paurosamente bassi. 136 · Bit>liotecaginobianco
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