Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Paesi e città Questo problema di programmazione e di coordinamento degli sforzi e dei mezzi, così come si pone per Caserta, si pone, altresì, per Salerno, dove l'andamento della industrializzazione ha assunto un ritmo assai accentuato nel corso del 1962 ed in questo primo scorcio del 1963; e ciò malgrado l'esiguità dei mezzi, sopratutto finanziari, disponibili all'interno dell'area, esiguità cui ha potuto sopperire solo una coraggiosa politica centrata sulle iniziative e sulle responsabilità che si è accollato in particolare il Comur1e di Salerno. Nel caso di Salerno, pertanto, è necessario tener conto in maniera particolare degli investimenti in corso di attuazione e che concernono iniziative, sopratutto nel settore vetrario, metallurgico e meccanico, di grande interesse per l'economia campana e meridionale. L'esame delle cifre disponibili fino a tutto il 1961 non giustificherebbe, infatti, un giudizio positivo sulla situazione creatasi in quella provincia, specie considerando lo sfavorevole rapporto tra iniziative della classe di ampiezza fino a 100 milio11i e iniziative delle classi di ampiezza superiori, oltre che lo scadente livello degli investirnenti unitari e per addetto ipotizzato. Su di un totale, infatti, di 370 delibere concernenti la provincia di Salerno fino a tutto il 1961, il 70% si riferisce ad investi1nenti inferiori ai 100 milioni, con un importo unitario medio di questi ultimi che è tra i più bassi della Campania e del Mezzogiorno, risultando di poco più di 32 milioni di lire. Nell'ambito di questa stessa classe il rapporto investimenti fissi/addetti ipotizzati rientra, del pari, tra i mini1ni valori, risultando oscillante intorno a 1.300.000 lire. , Determina11ti nel raggiungimento dei risultati di cui innnanzi appaiono le 105 delibere co,ncernenti investimenti nel settore alimentare, nella classe fino a 100 milioni di lire, cl1e hanno riguardato operazioni unitarie mediamente pari a 30 milioni di lire. Nel settore tessili-abbigliamento figurano, del pari, 18 delibere per investimenti fissi unitari in inedia di 38 milioni di lire, e comportanti un impiego di so-lo poco più di 1 milione per addetto ipotizzato. Nel settore metallurgico· compaiono, in.fine, 3 delibere comporta11ti ciascu11a in media solo 18 milioni di investimenti fissi, dei quali una diecina finanziati, per un numero complessivo di addetti ipotizzati di ben 106 persone, - cioè con 500 mila lire di investimento pro-addetto! Il massimo in questo senso è, però, raggiunto dal settore delle pelli e del cuoio per il quale figurano 4 delibere per 39 milioni di lire di investimenti fissi, delle quali poco più di 20 finanziate! (Sarebbe interessante conoscere quanto è costato, ivi inclusi i costi amministrativi, una operazione di finanziamento di poco più di 5 milioni di lire, tra perizie, visite, planimetrie, pro-getti, consulenze etc.!). 133 Bib-iotecaginobianco

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