Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Paesi e città tecipazione, le elaborazioni compiute dal CRIS sulle statistiche comunali di Torino, secondo le quali l'affluenza di lavoratori campani in quella città è stata del 10,4% rispetto al totale dell'immigrazione, collocandosi al quarto posto nella classifica delle provenienze regionali, subito dopo la Puglia, la Sicilia e la Calabria e prima della Sardegna, della Basilicata e degli Abruzzi. Sulla base dei bilanci demografici e migratori disponibili può affermarsi che la massima quota di emigrati avutisi dalla Campania verso il Nord o verso l'estero ha origine dalle provincie di Benevento• e di · Avellino, seguite a notevole distanza da Caserta e Salerno, mentre la provincia di Napoli, ed in particolare il capoluogo, non sembra abbiano risentito in maniera apprezzabile del fenomeno. E in effetti il movi1nento della provincia di Napoli dà mediamente un 24,5% di immigrati rispetto ad un 25,1•% di emigrati, il che statistìcamente comprova che Napoli e provincia non sono state praticamente interessate dalla emi- . graz1one. Ma ciò vuol dire che Napoli e la relativa provincia hanno potuto assorbire senza sforzo tutte le forze di lavoro disponibili? Nel 1951 a Napoli figuravano addette all'industria 62.514 unità 2 , passate, secondo stime, a 84-.000 nel 1960, con un incremento del 40,7%. Nelle zone di Quarto, Casoria, Volla Nola, Portici, Foce del Sarno, gli addetti ad attività industriali sono passati, nel loro complesso, da 33 mila circa ne~ 1951 a 50 mila circa nel 1960, con un incremento di quasi il 52%. Nel medesimo periodo in Italia gli addetti ad attività industriali hanno avuto un incremento del 33 % circa, mentre nel Mezzogiorno l'incremento in questione è stato di poco più del 18%. Napoli e le più importanti zone gravitanti intorno alla città hanno beneficiato, pertanto, di ritmi di incremento nella occupazione industriale nettamente maggiori rispetto a quelli verificatisi non solo nell'ambito del Mezzogiorno, ma nell'ambito stesso dell'Italia considerata 11elsuo complesso. Per una più corretta interpretazione dei dati bisogna, tuttavia, riportarsi alle chiare e precise indicazioni contenute nel lavoro ora citato. È particolarmente significativo, a questo riguardo, quanto ivi ' affermato in merito a possibili giudizi positivi che si modificano allo,rché « i dati vengono inseriti in una visione globale, vengono cio·è riferiti alla popolazione attiva, alle forze di lavoro, alla disoccupazione ». Ed a. conferma del giudizio riportato deve. tenersi presente l'end~mico stato di disoccupazione e di sottoccupazione che ancora caratterizzano Napoli ed il suo hinterland, con larghi strati di popolazione, teorica2 ToccHETTI - BEGUINOT- MAZZUOLO, L'area di sviluppo industriale nella provincia di Napoli, a cura della Ca1nera di Commercio, Industria e Agricoltura di Napoli. 123 Bibl·iotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==