Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

G. G. documento più importa11te, ossia le Tesi, ossia l'unico documento che per l'importanza ed il rilievo ad esso dati debba essere ritenuto come l'espressione autentica dei veri attuali orientan1enti politici e sociali del PCI nel nostro paese. Il che è quanto appunto noi i11tendevamo dire e che non può essere oppugnato da nessun sofisma. Quanto alla co,nclusione che da questa discussione ci sembra di potere legittimamente trarre, credia1no di poterla riassumere come segue. Le recenti vicende elettorali hanno abbondantemente coperto l'iso,lamento e l'esaurimento della spinta meridionalistica, che tra il 1948 e il 1954-55 contribuì a fare del PCI, con altre ragioni, t1no, dei protagonisti della vita politica italiana dotati di maggiore iniziativa. Ora è assai probabile che, sull'onda del successo eletto,rale, si possa assistere nel prossimo futuro ad un più o meno impegnato rilancio dell'azione con1unista nel Mezzogiorno. Non per questo, tuttavia, né per altro, la natura dell'azione comunista nel Mezzogiorno potrà cambiare. A più o meno lunga scadenza le contraddizioni patenti nel comunismo meridionale alla vigilia del 28 aprile riaffioreranno. E, del resto, è un fatto che proprio nelle regioni meridionali il successo elettorale comunista è stato complessivamente minore che nell'insieme del paese. È forse anche per la coscienza di ciò che il commento dedicato dallo stesso Chiaromonte alle prospettive post-elettorali del comunismo meridionale (per cui vedi « Cronache Meridionali», maggio 1963) risulta estremamente cauto. La distribuzione del successo comunista nel paese è fatta apposta per dar ragione a coloro t che, all'interno del PCI, giudicano conclusa la fase di preminenza meridionale nel teatro dell'azione del partito e irreversibile a breve scadenza la nuova fase che sposta l'epicentro della lotta nei grandi centri operai e industriali e (si può aggiungere do·po l'esperienza della campagna elettorale) nelle zone in cui la frizione tra base socialista e base comunista può essere facilmente volta a vantaggio del PCI. Nel che è poi una evidente conferma del fatto che la vittoria comunista alle elezioni del 28 aprile rappresenta un successo di quel partito e nulla di più, non già un successo della democrazia italiana, sulla quale ricade il danno, speriamo presto riparabile, che anche dal successo comunista è stato provocato, e da esso, comunque, è stato aggravato·, della mancata stabilizzazio,ne dell'indirizzo di centro-sinistra. G. G. 120 Bibliotecaginobianco

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