La Redazione. (scesa allora dalla percentuale del 48,4 alla percentuale del 40,0: certo, non soltanto a causa della rifor111a agraria che aveva giustamente intrapreso, ma anche a causa della riforma agraria). Era evidente, quindi, che ci fosse un costo elettorale da pagare per l'apertura a sinistra: e non soltanto a destra da parte della DC, ma anche a sinistra da · parte del PSI. Senonché, solo il costo che si doveva pagare a destra è stato preventivato (anche da Moro al Congresso di Napoli della DC) e non quello che si doveva pagare a sinistra; anzi, si è data l'impressione di contare addirittura su un'espansione dei socialisti a danno dei comunisti. Così, i11 definitiva, il costo pagato a sinistra per la scelta politica del 1962 risulta minimo, se valutato sulla base della flessione percentuale fatta registrare dai socialisti (0,4% ); ma questa considerazione non può essere fatta valere come prova di un relativo sL1ccesso della maggioranza in generale, e della sua ala si11istra i11 particolare, perché in sede di previsione non si è dato, giusto rilievo all'indicazione po1 litica per cui un costo doveva essere pagato anche a si11istra. Inoltre, se valutato sulla base dei voti guadagnati dai comunisti, il costo dell'apertura a sinistra può sembrare maggiore di quello che risulta sulla base della flessione percentuale dei socialisti. L'aumento complessivo dei voti di destra (MSI, monarchici, liberali) risulta, infatti, assai minore dell'aumento dei ,,oti comunisti; onde può sembrare che a sinistra sia stato pagato un costo elettorale più alto di quello pagato a destra. Non è così, però, perché i comunisti hanno potuto ritagliare per sé una fetta cospicua dell'elettorato mo11archico, per 1notivi cl1e nulla hanno a che fare con le reazioni dell'opinione pubblica nei co11fronti dell'apertura a sinistra. Perciò è pii1 corretto valutare sulla base della flessione percentuale subita dai socialisti, e non sulla base dei voti guadagnati dai comunisti, il costo elettorale pagato a sinistra per la scelta politica del 1962; ed è giusto affermare eh~ esso risulta minore di quello pagato a destra, dato che gran parte dei voti guadagnati dal PLI, nel Nord, e 11el centro delle grandi città specialme11te, sono, per dirla con Pistelli ( « Politica » del 15 maggio), i voti che Guareschi portò alla DC nel '48 e che Mala godi le ha ripreso ora. La validità delle grandi scelte politiche, comunque, non si misura, o per lo meno non si n1isura soltanto, e nemmeno prevalentemente, sui risultati elettorali che ne derivano a breve termine (e il termine, come abbiamo visto, tenendo conto del momento· in c11i si è potuto finalmente approdare all'apertura a sinistra, è stato addirittura brevissimo); ma si misura sui risultati politici cui si può e si deve pervenire in un tempo meno breve. Dopo·, e soltanto dopo, possono venire anche i risul10 Bibliotecaginobianco .
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