Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Roberto Berardi consacrano le cure migliori e le più fresche energie); chi dovrebbe reprimere gli abusi è costretto dal clima generale a. chiudere un occhio e a lasciar correre; tanto, ormai, il problema maggiore è di trovarli, gl'insegnanti ! Stando così le cose, la professione dell'insegnante è co,nveniente soprattutto alle donne sposate, che possono dedicare le ore libere alle cure della propria famiglia. Appare evidente che, per rimo11tare la china, occorra utilizzare contemporaneamente più rimedi. Sta bene accrescere ancora gli stipendi, specie all'inizio di carriera sia per invogliare all'insegnamento gli elementi migliori delle nuove leve universitarie, e tra esse un maggior numero di uomini; sia per trattenere nella scuola quelli che vi sono già; sia per consentire ai volenterosi di dedicarsi unicamente alla professione docente senza preoccupazioni finanziarie; sia per poter rendere una buona volta effettivo il divieto di esercitare altre professioni o di impartire lezioni private. Ma non basta il denaro; occorre anche il prestigio (intendiamo indicare con questa parola il complesso delle soddisfazioni morali che derivano dal vedere riconosciuto pubblicamente il proprio lavoro nella sua qualità e quantità). Ora, così com'è configurata, la carriera del professore può apparire addirittura avvilente agli elementi dinamici. Una volta entrato in ruolo, chi è pieno di zelo e moltiplica gli sforzi per non lasciar invecchiare la propria cultura e per sperimentare nuovi metodi d'insegnamento vede svc:>lgersi lentamente la propria carriera quasi nella stessa guisa di chi è abitudinario e rende il minimo indispensabile. La qualifica di «ottimo», che dovrebbe rappresentare l'eccezione, e premiare chi fa più del suo stretto dovere, è invece divenuta pressoché la regola, ed è elargita a chiunque non abbia gravemente demeritato (le eccezioni sono rare). Le promozioni a ruoli aperti e per sola anzianità, introdotte col lodevoie intendimento di assicurare la libertà d'insegnamento all'interno della scuola di Stato, sottraendo il docente ad eventuali pressioni dei superiori, non hanno sortito l'effetto sperato, di consentire il libero dispiegamento delle energie nella scuola, perché elargite ad una categoria demoralizzata per le altre cause sopra accennate. Alcuni rimedi tecnici suggeriti negli ultimi anni (come quello di affidare l'assegnazione della « qualifica» ·a commissioni presso i Provveditorati) arrecherebbero qualche beneficio, ma non sarebbero risolutivi. Bisogna invece che, non appena entra in ruolo, il docente veda aperte dinanzi a sé due strade: una, quella attuale, sulla quale potrà avanzare lentamente sino al traguardo finale della pensione, senza subìre esami ma anche senza possibilità di ulteriori progressi che non siano gli aumenti periodici di stipendio; l'altra, in cui i passaggi da un coefficie11te di stipendio al coefficiente superiore avvenga rapidamente mediante esami sul tipo di quelli per « merito distinto», sino ad un livello notevolmente più alto di quello cui possono giungere i professori che si accontentano del ruolo normale. La differenza di stipendio tra i due ruoli fin dai primi anni non dovrebbe essere inferiore ad un terzo. Solo gli appartenenti a questo ruolo «distinto» potrebbero, per esempio, 110 Bi0liotecaginobianco . I 1 ì

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