Giornale a più voci Si deve riconoscere che l'Esecutivo, nel presentare al Consiglio il progetto di secondo Piano Quinquennale, si è sforzato di dosare come meglio poteva i vari stanziamenti, ma è sinton1atico che da parte del Consiglio, che rappresenta un po' « il freno » nella struttura comunitaria, si siano rivelate già alcune difficoltà. Per dare solo un esempio, d'altra parte molto indicativo, ricordiamo che gli stanziamenti previsti per la ricerca biologica, e la protezione sanitaria in genere, sono stati ridotti dal Consiglio in misura rilevante. Non vogliamo con questo dire, quindi, che l'attività svolta dall'Esecutivo dell'Euratom sia negativa, né in generale che il settore nucleare non abbia dimostrato di poter funzionare. Solo insistiamo sul fatto che sin da ora - anche se in un primo stadio è necessario l'ausilio della tecnica e della scienza - si deve impostare una politica anche nell'ambito dell'Euratom per poter far fronte alle trasformazioni di sì larga portata che si annunciano per l'avvenire. Che del resto vi siano già ora dei problemi di scelte lo si può constatare nella ripartizione fondamentale tra ricerche eseguite direttamente dalla Comunità e ricercl1e eseguite attraverso associazioni o addirittura da terzi per la Comunità. La questione della ripartizione delle ricerche, tra quelle che devono essere seguite nei centri dell'Euratom e quelle che devono essere seguite per contratti, è molto importante ai fini di quanto già è stato detto. Evidentemente, per accrescere sempre più il carattere comunitario delle attività intraprese è infatti necessario sviluppare le ricerche dei centri direttamente dipendenti dalla Comunità. Se si vuole veramente costruire una comunità che non sia soltanto econol)].ica, ma anche integrata politicamente in tt1tti i settori, si rende necessario giungere gradualmente all'assorbimento delle attività nazionali in quelle comunitarie; che il Trattato offra delle possibilità in proposito lo si può ricavare, aù esempio, dalle 11orme contenute negli artt. 45-51 del Trattato istituente la CEEA, che fissano la disciplina delle imprese comuni. Particolarmente significativo in proposito è l'articolo 45, nel quale si legge: « Le imprese che rivestono fondamentale importanza per lo sviluppo dell'industria nucleare nella Comunità possono essere costituite in imprese comuni ai sensi del presente Trattato, conformemente alle disposizioni degli articoli seguenti ». Attraverso le Imprese comuni è quindi offerto uno strumento adatto proprio per un allargamento dell'influenza dell'Esecutivo e viene dato indubbiamente un contributo alla concezione più strettamente comunitaria. Per prevenire alcune facili obiezioni, aggiungiamo poi che da quanto sopra detto non si vuol far discendere una concezione « autarchica » della Comunità europea la quale, cioè, precluda la possibilità di accordi con l'es_terno, che, invece, sempre dovranno sussistere per· quei progetti a largo respiro e che impegnano mezzi molto rilevanti; né, d'altra parte, si vuol sostenere un'ingerenza eccessiva degli organi comunitari nello stadio della pura ricerca, la quale deve rimanere libera. Ma se la ricerca, in quanto attività dello spirito, non subisce limitazioni di sorta, non per questo il potere pubblico, 101 Bibliotecaginobianco
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