Nord e Sud - anno X - n. 42-43 - giu.-lug. 1963

Zeno Ca11toni Quello che manca in questo piano d'azione è un atteggiamento politico o più esattamente una presa di posizione politica. Ciò desta una certa preoccupazione perché troppo spesso si è inteso dare, anche in ambienti qualificati, un'interpretazione piuttosto restrittiva del ruolo che l'Euratom è chiamato a svolgere. Citeremo, come esempio, significativo il giudizio che ha dato l'on. Brunhes nella relazione presentata durante la sessione d'ottobrè al Parlamento Europeo sull'attività dell'Euratom (documento di seduta n. 73 - ottobre 1962). Al paragrafo 6, si legge: « La Comunità Europea dell'Energia Atomica differisce sensibilmente dalle altre due Istituzioni europee, la CECA e la CEE, in quanto la sua sfera d'azione è più limitata e meglio definita, ed anche perché essa è una vera impresa industriale, dispone di un importante bilancio di investimenti, conclude direttamente contratti di studio e di fabbricazione e si sforza di ottenere un buon rendimento come le altre grandi imprese». È proprio questo punto che va chiarito. L'Euratom non è un'impresa industriale; essa, pur avendo rm carattere tutto particolare, è pur sempre una comrmità creata anche a fini politici. A questo punto si può fare rm'osservazione che riveste un carattere generale e riguarda l'atteggiamento di certi ambienti europeisti nei quali molto spesso si confondono i mezzi con i fini: in tal senso,, se è vero che la competitività dell'energia nucleare è un fine mediato imposto all'Euratom, il vero fine, secondo le intenzioni degli stessi autori del Trattato, rimane sempre quello di « contribuire ... all'elevazione del tenore di vita degli Stati membri» (art. 1 del Trattato Euratom; cfr. p,ure art. 2 del Trattato CEE). La tendenza a scorgere nell'Euratom una sorta di impresa industriale si inserisce in quella più vasta visione delle Comunità europee che tende a restringerne la portata; ed è sintomatico che questo punto di vista sia diffuso soprattutto nell'ambiente politico francese. È molto comodo rifugiarsi dietro il carattere squisitamente tecnico della Comunità dell'Energia Ato1nica; solo bisogna notare che in tal modo si dimentica quale sarà la funzione che questa sarà chiamata a svolgere. L'Euratom diventerà forse il settore più delicato della costruzione europeistica con lo sviluppo e l'affermarsi dell'energia nucleare. Senza fare della facile retorica si può d'altronde notare che siamo di fronte ad una svolta decisiva, alla seconda « rivoluzione industriale», nella quale il ruolo dell'Euratom non sarà certamente di secondo piano. Delle scelte fondamentali si porranno e dove esistono scelte esiste un problema politico. Se per il momento non c'è ancora una divergenza di opinioni nel considerare la funzione dell'Euratom nell'an1bito comrmitario è perché siamo ancora, in questo campo, in una fase preparatoria e di ricerca; ma è appunto per questo che accanto all'aspetto tecnico e scientifico si deve considerare quello politico. Sin da ora si deve impostare una politica nel settore nucleare sia pure concretizzantesi, allo stato attuale, in scelte circa il modo di « programmazione » delle ricerche. 100 Bibliotecaginobianco

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