Note della Redazione tellamento del vecchio apparato di sottogoverno che è controllato ancora da un « notabilato » che, dietro una facciata di ·comodo, .den1ocristiana, mal nasconde le sue sostanziali caratteristiche di « notabilato » fascista e borbonico. Scrivemmo l'anno scorso che il banco di prova del centro-sinistra nel Mezzogiorno era appunto questo, la sua maggiore o minore capacità . di' provocare un rinnovamento nei quadri dirigenti, a tutti i livelli, ma cominciando dai livelli più alti, per tagliare recisamente quei nodi di potere che formano una rete per cui dalla periferia il vecchio « notabilato » - la classe politica più miserabile d'Europa, scriveva Dorso - riesce a controllare perfino i centri-motori della politica meridionalista e naturalmente le posizionichiave della vita locale. Non è cambiato niente, invece, o quasi niente, e ne è venuta la reazione indicata di Vittore Fiore, e riferita da Giovanni Russo con l'aggiunta di un suo commento tanto più pertinente in quanto scritto per « Il Corriere della Sera », quotidiano non certo sospetto di oltranzismo per la causa del centro-sinistra: « la verità è che oggi non basta pii) regalare industrie a questa o a quella città; anche nel Sud la gente vuole essere seriamente amministrata, vuole che la classe politica combatta i comunisti non a parole, ma facendo correttamente funzionare le istituzioni e gli enti ». Il più grave torto della DC nel Mezzogiorno è, dunque, proprio questo, di non aver capito che il vecchio « notabilato » non deve essere assorbito, assimilato, integrato, ma deve essere messo in condizione di non nuocere, deve essere messo ai margini della vita politica e amministrativa, deve essere neutralizzato sul piano elettorale e più ancora sul piano del sottogoverno; altrimenti « la gente » non potrà essere « seriamente amministrata » e, per quanto riguarda « le istituzioni e gli enti », sarebbe vano sperare che essi possano « correttamente funzionare ». A questo punto acquistano un particolare rilievo le dichiarazioni di Tommaso Morlino che opportunamente Giovanni Russo ha raccolto e messo in evidenza a chiusura del suo « servizio » dalle Puglie: « è da augurarsi che l'affermazione fatta ora a Bari da un esponente intelligente della Democrazia cristiana, l'avvocato· Morlino, secondo cui si sarebbe pronti con serietà, ma anche con spregiudicatezza, a rinnovare i quadri affinché nessuna valida energia sia sacrificata, non resti una delle tante affermazioni postelettorali, che per cinque anni · vengono poi regolarmente annegate nel pantano del sottogoverno ». Noi ci associamo subito a questo «augurio» formulato da Giovanni Russo: i nostri lettori sanno che il problema del sottogoverno e del « notabilato» nel Mezzogiorno, il problema che è alla base del giudizio di Vittore Fiore · sull'incre111ento dei voti comunisti, è stato da noi posto con energia e con una continuità di riferimenti concreti a uomini, cose, situazioni, onde non si può dire certo che abbia1no battagliato contro mulini a vento. Ma abbiamo battagliato senza successo, perché la · DC è rimasta sorda nei confronti dell'esigenza di smantellare l'apparato del sottogoverno meridionale e 96 Bibliotecaginobianco
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