Politique jamais sentirsi una suddita, si trasformi finalmente in una cittadina libera, cosciente, rispettabile. Sì, fra il generale disinteresse, perché, fortunatamente, da noi la donna non si sente suddita, ma donna, parola che viene dal latino, 'domina', cioè padrona, signora, regina, amata, rispettata, adorata e spesso temuta da quanti la circondano, specialmente il marito ... ». E Mosca si domanda, più oltre: « Sono mai state innamorate, sono mai state fidanzate le donne giuriste? Indubbiamente la maggior parte. Però - si vede - hanno dimenticato tutto ... » 10 • Si tende dunque ad incoraggiare - ravvisandovi addirittura non sappiamo quale valore positivo - l'apatia femminile nei confronti della politica. Ora, l'indifferenza delle donne nei confronti dei grandi temi politici è ben altra cosa dall'i11differenza alla quale accennava Riesman. Le donne rifiutano la politica non già perché ritengano risolti i problemi che la politica tradizionalmente pone, o percl1é il processo di livellamento umano sia talmente avanzato, da spegnere ogni stimolo individuale. No, la loro è una indiffere11za di tipo a11tico; o, se si preferisce, una situazione di letargo. In altri termini, ci troviamo di fronte a persone che non affrontano i temi politici perché non hanno ancora la consapevolezza dell'esistenza di questi temi; lo stimolo individuale non si è spento, in loro, per ìl semplice fatto che non è ancora venuto in vita. Storicamente, la situazione di queste donne è anteriore alla rivoluzione industriale: esse si considerano un'eco, un riflesso dell'uomo. Scrive Sin1one de Beauvoir che la donna « non soltanto ignora che cosa sia una vera e propria azione, capace di cambiàre la faccia del mondo, ma è perduta in questo mondo come in seno a una immensa e confusa nebulosa. La logica maschile non le si addice. Stendhal osservò che la maneggia con la stessa abilità dell'uomo se vi è spinta dal bisogno. Ma la logica è uno strumento che la donna non ha affatto occasione di usare. Un sill<> gismo non serve né a far bene una maionese, né a calmare il pianto di un bambino; i ragionamenti maschili non sono adeguati alla realtà di cui la donna ha esperienza. E nel mondo degli uomini, poiché essa non fa niente, il suo pensiero, non essendo indirizzato verso alcun progetto, non si distingue dal sogno; essa non ha il senso della verità, per 111ancanza di efficaci possibilità; è alle prese solo con immagini e parole: perciò accoglie tranquillamente le affermazioni più contraddittorie; si preoccupa poco di svelare i misteri di una sfera che è da tutti i punti di vista fuori della sua portata; in proposito si contenta di conoscenze terribilmente vaghe: confonde partiti, opinioni, luoghi, popoli, avvenimenti; una strana confusio~e regna nella sua testa. Ma, dopo tutto, vederci chiaro non è affar suo: le hanno insegnato ad accettare l'autorità maschile; essa rinuncia perciò a criticare, a esaminare e giudicare per conto suo. Si rimette alla casta superiore» 11. Ed è per questo, osserva ancora la scrittrice, che le donne, tributando agli eroi e alle leggi del mondo maschile una reverenza cieca e 10 Mosca, Le pretese delle donne giuriste, « Amica », 10 marzo 1963. 11 Simone de Beauvoir, Il secondo sesso, Il Saggiatore, Milano 1961, pagg. 384-385. 97 Bibliotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==