Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Venezia fra laguna e terraferma il suo abbandono: si è già accennato alla irreversibilità dell'esodo e alle sue ragioni. Contempora11eamente alla politica intesa a riqualificare come luogo di residenza la città antica, chi affro•nterà la soluzione di questi problemi non potrà trascurare di promuovere il sorgervi o il permanere di alcune attività economiche per le quali l'ambiente insulare dovesse apparire più idoneo. Si potrà pensare al turismo e alle attività culturali e direzionali, a certo artigianato cui sia consentito di vivere in un sistema eco,nomico moderno o ad altre attività ancora; e la scelta di esse, così come gli altri interventi cui si accennava, e come la scelta stessa del massimo addensamento e della massima densità possibili, richiederanno 1ninuziose, precise indagini. Ma a noi pare fin d'ora che il porto, nella funzione di punto di approdo veloce, per passeggeri e merce ricca e poco ingombrante, risponda, in linea di massima, alle caratteristiche che si dovranno pretendere dalle attività economiche perché possano restare o possano sorgere nella Venezia insulare. Non si fa solo questione di attrezzature predisposte, di impia11ti di carico e scarico, di banchine, ecc., cl1e pure sono dati da tener presenti; si fa questione di condizioni in certo modo fuori del tempo o « naturali » in senso lato. Tra queste potremmo annoverare, ad esempio, la minore distanza dalla bocca del porto, utile specialmente in caso di nebbia o di cattivo tempo; la presenza, alle spalle del porto, di una città di grande interesse; la possibilità addirittura, per i passeggeri, di sbarcare in Bacino di S. Marco o nei suoi . pressi. , Se la città pare adatta al tipo di porto di transito, commerciale e passeggeri che si diceva, il porto a sua volta può essere considerato - e tutta la storia di Venezia lo dimostra - attività «pilota» per la stessa città. Chi ha tentato di misurare il reddito lordo che deriva alla città dall'esercizio, dell'attività portuale, lo stimava, per il 1956, in cinque miliardi e mezzo di lire per il solo free in out, cui dovevano aggiungersi 4 miliardi prodotti dalle operazioni di sbarco ed imbarco delle merci; senza contare, naturalmente, l'attività di finanziamento delle operazioni co1nmerciali vere e proprie 12 • È stato anche detto che i diritti doganali, ad esen1pio, sono riscossi a Venezia in misura quattro volte superiore ai diritti riscossi a Marghera, di fro,nte ad u11traffico che è viceversa prevalente in terraferma. Qui si sbarca ed imbarca un buon 85% del tonnellaggio complessivo delle merci; lì se ne amministra in valore l'ottanta per cento 13 • 12 M. BERNARDO, Rifiessi delle attività portuali sulla economia cittadina, in: « Porto di Venezia», giugno, 1957. 13 A. ToNIOLO, Relazione, presentata al Convegno: « Il problema di Venezia», citato. 85 Bibliotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==