Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Venezia fra laguna e terraferma ne dovrebbe poter concludere che la fisionomia improntata alla produzione di servizi della Venezia lagunare, a petto di quella prevalente1. mente industriale della terraferma, ha assunto un aspetto ancora più marcato. Dinanzi ad una struttura produttiva della Venezia insulare assai articolata, come s'è visto, la ricerca delle cause che presiedono alle trasformazioni in corso esigerebbe che si potesse spingere l'analisi sino a raggiungere le singole tipiche attività veneziane, dal porto all'artigianato, dal commercio al minuto a quello all'ingrosso ed ambulante, e così via. È evide11te, tuttavia, che il travaso dei posti di lavoro e le modificazioni strutturali seguono dappresso il travaso di abitanti sulla terraferma. Accanto all'aumento di addetti per questa parte del comune di Ve11ezia, aumento direttamente connesso con lo sviluppo della zona industriale di Porto Marghera, altre attività si sviluppano 1 nell'ambito delle economie esterne promosse dallo stesso sviluppo industriale. Così, qt1asi tutte le vecchie banche veneziane contano ormai numerosi sportelli sulla terraferma e tendono ad aumentarli in continuazione. Nel tempo stesso, Venezia ha visto morire alcune attività già importanti per l'economia insulare. Basterà ricordare il caso del mulino• Stucky, che non ha retto alla concorrenza dei mulini del Mezzogiorno, per il quale quasi esclusivamente lavorava. È ancora il caso dell'Arsenale militare, trasferito ad Ancona in seguito ad un piano di rinnovamento del sistema difensivo marittimo del paese. Anche molti cantieri navali sono in crisi, in "Conseguenza del minor numero di navi di linea che mette capo a Venezia come a stazione terminale. D'altro canto, il solo trasferimento di abitanti da Venezia insulare a Mestre e dintorni porta con sé il trasferimento di tutti quei servizi che sono direttamente connessi alla presenza della popolazione. L'attività costruttiva ad esempio è a Venezia in stasi ( + 5%), ma sulla terraferma ha avuto un incremento superiore al 100% (da 1422 a 3154 posti di lavoro); e così è possibile che il commercio segni una netta tendenza espansiva a Mestre e Marghera. Gli è che, di fronte ad un awnento complessivo dell'otto per cento della popolazione residente del comune, la Venezia antica ha contratto di quasi un quarto il 11umero dei propri abitanti, e la terraferma, per considerare solo Mestre e Marghera, è aumentata di ben tre quarti. In particolare, e mentre qui l'incremento va ormai interessando in modo massiccio ancl1e le località periferiche, come ad esempio Zelarino, a Venezia tutti i sestieri e le isole sono in netto decremento, ad eccezione del Lido (che aumenta del 40% ), di Sacca Fisola, dove la 81 Bibliotecaginobianco

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