Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

V en,ezia fra laguna e terraf ernia o a11da1nento stazionario nelle industrie del legno, poligrafiche ed editoriali, foto-fono-cinematografiche. Si tratta in generale di industrie co~ muni a qualsiasi città, appartengano o meno a regioni economicamente sviluppate; i11dustrie insomma tradizionali, e spesso di tipo artigianale, che possono faciln1ente essere ubicate anche nelle vecchie città. Tendenza del tutto opposta denunciano, invece, le industrie che, in parte per ragioni tec11ologiche, in parte per il grado di sviluppo raggiunto, hanno maggiori dimensioni aziendali e conducono l'espansione economica nelle regioni più avanzate. Le meccaniche e quelle della metallurgia dei n1inerali non metalliferi (alluminio) sono aumentate del 56%, e tra le prime le officine meccaniche, con 3000 addetti su quasi 9500 po•sti di lavoro complessivi, non sono certo la maggioranza. Ancora più alto l'incremento delle industrie chi1niche, dei derivati del petrolio e del carbone e della produzione di cellulosa per l'industria tessile e delle fibre artificiali e sintetiche ( + 80% ). E sono queste - industrie meccaniche, metallurgiche e chimiche - a rappresentare la parte maggiore del complesso di Porto Marghera. Esse trovano quindi posto prevalentemente sulla terraferma 10 • I dati pubblicati dal con1une, che segnano una differenza in meno di appena il 2% rispetto ai dati ufficiali, confermano la nostra assunzione. La città dei sestieri perde, infatti, più di 3.500 posti di lavoro nelle industrie manifatturiere e in particolare S. Croce, S. Marco e Dorsoduro. Anche la Giudecca, l'isola dei cantieri navali, rivela una modesta flessione, mentre Lido e Murano sono le due sole località dell'estuario che aumentino i propri posti di lavoro. Nell'insieme, la città lagunare ha perso un 18% di addetti e tutte le località abitate della laguna, da Venezia a Ca' Vio, da Murano a Pellestrina, un buon 33% 11• Viceversa sulla terraferma, sia Mestre che Marghera, ma in special modo Marghera, hanno più che raddoppiato, nel decennio, la propria occupazione, essendo passata la prima da 2.000 a 4.000 posti di lavoro e l'altra da 13.000 a 28.000 circa. Incremento del tutto simile ha poi interessato le restanti località periferiche di terraferma, sicché questa 10 Per le industrie di Porto Marghera vedi in generale: F. MILONE, L'Italia nell'economia delle sue regioni, vol. III, Tre Venezie, Torino, 1958; e in particolare: SPINA, L'industria delle Venezie: metallurgiche e meccaniche, in: « Bollettino del Servizio studi A. De Pietri Tonelli, Ca' Foscari », Venezia, 1949; GoRI, Il centro industriale di Porto Marghera, ibidem, 1952; Una storia della pianificazione: i porti industriali di Ravenna e di Venezia, in: « Questitalia », Venezia, 1958. 11 Ci si riferisce alla citata relazione Desideri (cfr. nota 8). 79 Bib·liotecaginobianco

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