Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Calogero .Muscarà oggi ridotte a poco più di 400 mila. Il po~to del carbone, come si è detto, è stato preso dal granoturco, largainente impie·gato nella fabbricazione di mangimi per animali da molte piccole indt1strie non solo del Veneto, ma anche della Lombardia e dell'Emilia. Altri mutamenti di rilievo, agli sbarchi, riguardano metalli e rottami, passati in percentuale dal 2,6 al 5,1. Di fronte alla diminuita importazione di rottami per l'industria siderurgica, ha preso recente1nente sviluppo una fortunata corrente di pani di ghisa, provenienti dall'Unione Sovietica e destinati alle industrie siderurgicl1e del Veneto, di Brescia e, in Emilia, di Reggio, Modena, Zola Predosa e Vergato. Anche il legname è ora sbarcato in n1aggiori quantità che nel '38, soprattutto per le importazioni di esotico dall'Africa occidentale e di tronchi di abete dal Baltico; e il cotone, per il quale Venezia offre condizioni di particolare favore, è passato dal 4,5 al 6,1 %. Per quanto riguarda gli imbarchi, mentre nell'anteguerra il porto veneziano era essenzialmente cerealicolo ( 44,2% ), oggi esso è interessato da un notevole movimento di fertilizzanti e di metalli e macchine, che coprono rispettivamente il 49 e il 17% di tutti gli imbarchi. A poche migliaia di tonnellate si sono infatti ridotti gli invii di granoturco, mentre il frumento regge a stento alla concorrenza dei mulini dell'Italia meridionale, per la quale, tempo addietro, lavoravano i mulini di Venezia. L'attuale rilevante presenza di fertilizzanti si spiega, invece, solo in parte come vero e proprio traffico commerciale: ben 80.000 T., su 228.000, sono, infatti, di fertilizzanti che la zona industriale appoggia a quella commerciale per accelerare le operazioni di imbarco. Tutte le altre merci hanno subìto una contrazione: dai marmi agli zuccheri, dai tessili alla carta. Complessivamente si può dire che, mentre nel '38 il porto di Venezia contava soprattutto sbarchi di carbone, e poi di fosfati, legname e cotone, e imbarcava cereali, e poi tessili, n1etalli, macchine e marmo, oggi vede sbarcare meno carbone, e assai più cereali, e imbarcare molti meno cereali, molti più metalli e macchine, moltissimi fertilizzanti. • Nello stesso periodo di tempo, i due punti di approdo in terraferma e ~ulla laguna hanno visto avviarsi un processo di specializzazione che, se è ancora in corso, lascia tuttavia intendere fin d'ora a quali traffici resteranno aperte nel prossimo futuro le banchine insulari. Nell'immediato anteguerra (1938), su 853.000 T. di merce sbarcata ed imbarcata al Molo A, ben 841.000, e cioè quasi il 99% del movimento, erano di carbone, sicché si poteva dire che allora le banchine di Venezia erano 72 Bibliotecaginobianco

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