Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Venezia fra laguna e terra[ erma navi nei pressi della Dogana e dei magazzini del sale. Le navi, tuttavia, gettano le ancore in bacino (le principali « fondamente », da quella poi detta degli Schiavoni a quelle che orlano il canale della Giudecca, da quelle di Cannaregio e del Canal Grande alle Fondamente Nove a nord, verranno costruite tutte assai più tardi); e le operazioni di sbarco e di imbarco delle merci e dei passeggeri avvengono sempre per tramite di modeste imbarcazioni capaci di risalire i canali fino alle più interne destinazioni della città. Se al bacir10 spetta infatti il nome di porto, tutta la città - come ricorda il Luzzatto - poteva dirsi porto: « Sul lato settentrionale del Canale della Giudecca, al di là dei magazzini del sale, si scaricava il legname da costruzione portato con le zattere lungo il corso dei fiumi; sul Canal Grande al di qua del Ponte di Rialto vi erano, accanto alla Dogana da Tera, il fondaco delle farine, e le due fondamente su cui si scaricava il carbone, il ferro ed il vino. Appena oltrepassato il Ponte di Rialto, costrL1ito allora su barche, si incontrava il Fondaco dei Tedeschi ... » 2 • L'unico cambiamento di rilievo nella ubicazione del porto comincia ad intravvedersi nel secolo scorso, dopo che, costruita la ferrovia che allaccia Venezia alla Pianura Padana, vengono approntate le banchine di S. Lucia e di S. Chiara, nei pressi della nuova stazione ferroviaria, per consentire un più facile contatto tra i due mezzi di trasporto: la nave ed il tre110. Conseguentemente, il porto viene aprendosi una nuova via l1111goil Canale della Giudecca, che consente il passaggio alle navi di grossa stazza. · La nascita del porto moderno è la conseguenza immediata della trasformazione dei mezzi di trasporto attuata con l'uso delle navi a motore di maggiore stazza e della ferrovia, da una parte, e, dall'altra con l'aumento notevolissimo del volume dei traffici, che accompagna lo sviluppo economico e demografico dell'Europa occidentale dopo la rivoluzione industriale. Di qui, per il porto, la necessità di. disporre di fondali relativamente profondi e di banchine d'approdo sempre più lunghe·; la necessità di attuare un più rapido collegamento tra mezzi di trasporto terrestre e mezzi di trasporto marittimo; e infine la necessità di disporre di ampi spazi, scoperti o coperti, per il deposito temporaneo o la conservazione della merce 3 • Da questo punto di vista, il porto diventa una specie di grosso sta2 G. LuzzATTO, Le vicende del porto (di Venezia) dal primo medio evo allo scoppio della guerra mondiale 1914-1918. In: « L. CANDIDA, Il Porto di Venezia, voi. II delle " Memorie di Geografia economica " del Centro di studi per la Geografia economica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Napoli, 1950 », pag. 18. 3 G. BARBIERI, I porti d;ltalia, vol. XX delle Memorie di Geografia economica, citate, Napoli, 1959. 67 Bibliotecaginobianco •

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