Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Rosellina Balbi l'architettura. E vorrei vedere sorgere una Fq,coltà .universitaria di cultura della femminilità nella q_uale la donna possa ·approfondire le proprie conoscenze ed adottorarsi in auella che possiamo chiamare scienza della donna, ' 1 del fanciullo, della casa e delle attività lavorative fen1minili ». Per facilitare il compito del legislatore, il professor Pende ha personalmente elaborato il progetto per la facoltà universitaria da lui auspicata: la quale dovrebbe rilasciare « un nuovo tipo di laurea veramente femminile ». Poiché non sarebbe ulteriormente consentito alla grande maggioranza delle donne di accedere alle professioni abituali (e pensare che taluno ravvisa negli attuali ordinamenti una sperequazione a sfavore delle donne!) occorre trovar loro una diversa sistemazione nel campo del lavoro: ecco perché nel progetto si afferma esplicitamente che « la laurea dottorale concessa <1lladonna da questa Università fen1minile, deve essere ricercata e preferita per tutti gli uffici direttivi del vastissimo campo, in cui lo Stato può assegnare giustamente alla donna un posto eminente nella vita nazionale », e cioè: uffici direttivi di istitt1zioni di assistenza materna, di assistenza infantile, di assistenza delle donne lavoratrici, di profilassi delle malattie sociali, di istituti educativi femminili, di enti di abbigliamento femminile e infantile, di enti di educazione fisica femminile. Non possiamo riportare qui interamente, per ragioni di spazio, il progetto del professor Pende, che prevede dodici materie fondamentali e nove corsi di esercitazioni pratiche (tra queste, una esercitazione « di comando e di organizzazione politica e sociale della donna » ); per ogni materia è previsto un professore di ruolo, mentre le esercitazioni « saranno affidate ad assistenti e tecnici (nove in tutto) ». Come si vede, il progetto è co·mpleto in ogni particolare; non per nulla il professor Pende rivendica il vanto di lottare fin dal 1941 per la « specializzazione della cultura femminile superiore», dato che « la cultura delle donne ... non può in nessun modo esser pari alla ct1ltura maschile ». Ci piace, per contro, riportare testualmente la conclusione dell'articolo: « Ogni donna dovrebbe poter dire all'uomo: io posso, col mio corpo, tutelato ed arricchito nella sua femminilità estetica, essere la gioia dei tuoi occhi (e se la donna è brutta? n.d.r.) e la fonte del tuo orgoglio di padre (e se la donna è sterile? n.d.r.): io posso, col lavoro delle mie piccole mani, collaborare produttivamente con te: io posso, con la potenza della mia abnegazione, con la mia dolcezza, con la forza morale infonderti continuamente nuove energie nelle quotidiane lotte per il tuo lavoro e per la conquista del tuo posto sociale: io posso, con la intuizione del mio cervello, riscaldato dal sentimento, e con la mia pazienza, essere la collaboratrice, l'interprete, l'esecutrice accurata e minuziosa delle tue opere: e qualche volta, io potrò forse essere la scintilla, che accenderà nella tua mente nuove h1ci di verità, che si tradurranno in nuove co11quiste sul cammino del . pensiero umano ». Poiché in questi giorni stiamo effettuando un'inchiesta sulla stampa femminile (ivi inclusi i « fumetti d'an1ore » ), confessiamo di avere pensato, 60 Bibliotecaginobianco .

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