Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Giornale a più voci pet casi singoli e determinati; ed al successivo articolo 47, secondo il quale « (La Repubblica) favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione ». Si è risposto d'altra parte che l'art. 42 della Costituzione non distingue affatto tra espropriazione in casi singoli (permessa) ed espropriazioni di carattere generale (non permessa); ed inoltre che la pro,prietà privata dell'abitazione non contraddice con la proprietà pubblica dell'area in cui la costruzio11e so1 rge; per non parlare dell'aumentata mobilità della popolazione, che sta facendo sì che sia sempre meno avvertita la necessità di avere un alloggio in proprietà, mentre cresce quella di disporre di case in affitto a basso costo, e quindi alla portata dei ceti meno abbienti che oggi non hanno ancora risolto compiutamente il problema dell'alloggio. D'altra parte, non potrà non tenersi ben presente il diritto di tutti i cittadini a ricevere uno stesso trattamento di fronte alla legge e quindi a sopportare in misura uguale gli oneri che derivano dal perseguimento di fini utili per la collettività, senza più doversi distinguere tra « più fortunati » e « meno fortunati ». Come si vede, il problema si presenta di grande complessità e con un chiaro aspetto politico. Le soluzio·ni possibili sono 1nolte, ed ognuna presenta aspetti positivi e negativi insieme: ciò che rimane a nostro avviso incontestabile è la necessità di giungere nel minor tempo possibile ad una perequazione fra proprietari di aree. L'imposizione sul plus-valore delle aree edificabili - malgrado talune imperfezioni della legge - varrà certamente a ridurre in gran parte la rendita assoluta, senza però eliminarla completamente. La disparità di situazioni, seppure in modo attenuato, continuerà infatti a sussistere e ciò 110n appare conforme ai principi di equità. A questo punto, quindi, si presenta lucidamente il dilemma se dissociare il valore della proprietà fo,ndiaria dalle determinazioni dei piani regolatori attraverso un meccanismo di avocazione del plus-valore e di corresponsione di indennizzi, o se, più radicalmente, conseguire le stesse finalità attraverso la eliminazione stessa dell'interesse privato alla destinazione del suolo urbano. Il problema, insomma, non è tanto nella identificazione dei fini da perseguire, quanto nella scelta dei mezzi da usare. Ed è fuori di dubbio che tale scelta, più che avvenire sul piano strettamente tecnico, dovrà realizzarsi su quello politico, sulla base cioè di una valutazione condotta in sede politica del contenuto dei limiti da assegnarsi al diritto di proprietà in ragione degli interessi generali. Una soluzione organica e soddisfacente potrà essere adottata perciò solo al momento in cui si giungerà alla nuova legge urbanistica. Fino a quel mo,mento tutti i provvedimenti in materia di aree · edificabili - come quello ultimamente approvato dal Parlamento - non potranno non avere un carattere settoriale e, più che come soluzioni definitive, dovranno essere considerati solo di carattere transitorio e tendenti ad eliminare alcuni, ma non tutti, gli squilibri esistenti. MARIO PACELLI 57 Bibliotecaginobianco •

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