Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Giornale a più voci pazioni, e magari di timori, per avere ragione di lui. Anche negli articoli 610 e 612 c. p. bisognerebbe introdurre lo stesso concetto. Si tratta di delitti contro la libertà morale e si comprende il peso della morale costrizione che si esercita abusando - o male usando - del potere che deriva dalla propria funzione. Come abbiamo precedentemente accennato, a noi pare, che questo non basti di fronte al cattivo costume che si fa strada ed allora siamo anche per una legge che positivamente affronti la questione, raffigurando il reato della abusiva qualificazione di pubblico ufficiale. Siamo cioè, per un articolo unico che suoni grosso modo così: « Il pubblico ufficiale che non sia in divisa e che non sia nell'esercizio anche temporaneo della sua funzione, commette un abuso se adduce la sua qualità di pubblico ufficiale nei riguardi di un cittadino. La violazione di questa norn1a è punita... indipendentemente dalle sanzioni amministrative che il fatto comporterà ». Nel nostro tempo si fanno innumerevoli e soverchi appelli alla libertà ed ai diritti di tutti. Ma val meglio evitare gli appelli e dare il concreto esempio della tutela della libertà e dei diritti dei cittadini italiani. Nulla difende meglio, infatti, lo stato e le prerogative dei pt1bblici funzionari del rispetto dovuto ad ogni cittadino. La più ferrea e coerente difesa dello stato non può conciliarsi con l'abusato costume di introdurre nelle faccende private dei cittadini un elemento estraneo. E di proposito diciamo « faccende private », ché ci sembra essere più grave reato quello di qualificarsi pubblico ufficiale per impedire o limitare il dovere di altri funzionari nell'esercizio delle proprie funzioni. CLEMENTE MAGLIETTA Rimboschimenti, sperimentazioni, enti locali Per una larga parte della superficie agraria collinare (nel solo Mezzogiorno continentale quasi 3 milioni di ettari) gli economisti agrari auspicano un assetto « silvo-pasto,rale »; i più vi aggiungono un « agro», in modo che si prospetta una trasfo,rmazione agro-silvo-pastorale, che meglio corrisponde alla varietà di ambienti ecologici della collina. V'è un chiaro consenso a favore di questo nuovo assetto e basterebbe scorrere i volumi che la Segreteria della Conferenza del Mondo Rurale e dell'Agricoltura va pubblicando per ·rendersi conto di quanto esso sia vasto. Forse v'è da lamentare che, negli interventi dei vari enti alla detta Conferenza, l'argomento sia stato trattato in maniera quasi apodittica, senza accennare né ai costi, né alle future utilizzazioni del legname, né alla sperimentazione, né tanto meno alle possibilità reali di attuare un programma del genere. Nel solo Mezzogiorno cqntinentale si tratterà di rimboschire, in un certo 49 Bibli·otecaginobianco

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