Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

Note della Redazione dell'aritmetica parla1nentare. Non lo si dica,. perché la maggiore omogeneizzazione possibile del partito e dei gruppi' parlamentari democristiani è indispensabile affinché non si venga a pagare in termini di sottogoverno e di indebite pressioni un prezzo troppo alto per la disciplina di partito di cui la DC sentirà tanto più la necessità quanto più stabile e determinante sarà l'appoggio socialista: il quale discorso vale, com'è ovvio, specialmente per la periferia e per il Mezzogiorno. Le liste di sinistra Se ci volgiamo ora a sinistra troviamo che le liste del PSI e del PCI si rassomigliano parecchio tra loro. In questo senso: che nelle une e nelle altre il campo è tenuto quasi esclusivamente da uomini di partito, sia che si tratti di uomini dell'apparato, sia che si tratti di rappresentanti sindacali e di amministrtatori locali, sia che si tratti di uomini di organizzazioni cooperative o culturali o d'altro genere dello stesso partito, sia ancora che si tratti di più o meno noti militanti. La genesi di un tale tipo di liste non sorprende per quanto riguarda il PCI. I comunisti si trovano, infatti, dinanzi all'opinione pubblica in una posizione che ben si può definire di stretta difensiva. Nei giorni in cui Kruscev e le organizzazioni culturali dello stato sovietico sono intervenute in maniera pesantissima per ricordare ai dimentichi e agli illusi la realtà della dittatura cosiddetta del proletariato anche sulla vita culturale come su tutti gli altri aspetti della vita sovietica, l'on. Alicata, in mancanza di 1neglio, non ha potuto invocare altro che la difesa, da parte della nuova Legislatura della libertà di espressione; sviluppando all'uopo una penosa dialettica per dimostrare che altro è, da questo punto di vista, la realtà comunista sovietica ed altro la realtà comunista italiana, per cui la difesa della libertà di espressione varrebbe nella seconda e non varrebbe nella pri1na. D'altra parte, le sortite televisive degli uomini del PCI hanno dovuto far perno su uno scandalismo che non definiremo certo ingiustificato nei riguardi di coloro contro i quali era rivolto, ma che come massima risorsa propagandistica del maggiore partito di opposizione lascia piuttosto perplessi. Infine, al di sotto della facciata con la quale il PCI si presenta all'esterno, si nasconde in effetti una realtà assai agitata, nella quale i dissensi e i contrasti vanno scavando divisioni sempre più acute. Per tutto questo le liste strettamente di partito del PCI erano una necessità organizzativa e tattica alla quale non si vede come i con1unisti potessero sfuggire. E ciò tanto più in quanto l'operazione di reclutame11to e di almeno provvisorio inquadramento che i comunisti hanno pur tentato nei riguardi di alcuni noti nomi del mondo culturale e politico italiano ha dato un risultato del tutto negativo, con la sola eccezione forse di Carlo Levi, il c·ui nome peraltro non basta certo da solo ad assicurare al PCI l'eco che esso voleva assicurare alle proprie liste. Del tutto diversa si prospettava, invece, la situazione del PSI: al centro, in questo mo1nento, dell'attenzione pt-lbblica e suscettibile di realizzare uno 44 Bibliotecaginobianco .

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