Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

I La Redazione mente, se ci si domanda per quale ragione la: proposta americana di un partnership è caduta nel vuoto ed è destinata a cadere nel vuoto fino a quando permane l'attuale situazione, la risposta è ancora che ciò è accaduto perché manca nella realtà il contraente di questo accordo, manca l'altro partner. Qualunque problema si consideri, da qualsiasi parte ci si volga, la difficoltà è sempre la stessa: che gli Stati Uniti non hanno dietro quando trattano con Mosca, non hanno al fianco, quando pensano alla grande zona di libero scambio-, non hanno innanzi quando parlano di partnership, una struttt1ra politica solida ed omogenea, non hanno dietro, al fianco o innanzi, diciamo pure la parola, l'Europa unita. Se questa struttura, se questa Europa federale ci fosse, già il dialogo con Mosca non susciterebbe le difficoltà e le tensioni che abbiamo dette, il partnership atlantico e la zona di libero scambio sarebbero problemi in via di soluzione, e in via di soluzione sarebbe anche l'altro grande e grave problema che turba l'Europa e che abbiamo affrontato in queste pagine, quello della strategia occidentale e della difesa europea. E qui conviene fare un altro passo avanti: se queste difficoltà vi sono, non è soltanto per una questione di tempi, perché v'è una sfasatura fra i tempi dell'azione americana e quelli della costruzione europea. È anche per una questione di politica. Saremo gli ultimi a non riconoscere che gli europei hanno, per il problema della loro integrazione poli- · tica mancata finora, responsabilità enormi, che li schiacciano sotto il loro peso. Se l'Europa federale non c'è oggi, la massima responsabilità è senza dubbio alcuno degli europei. E tuttavia bisogna che la classe dirigente degli Stati Uniti si renda conto che una parte di responsabilità (ovviamente senza paragoni più piccola) per l'involuzione del processo integrativo che si è potuta registrare negli ultimi anni ricade anche su essa. V'è stato un progressivo distacco americano dai tempi della costruzione europea, tra il 1955 ed oggi, che non si può non rilevare. Al tempo della CED, Dulles annunciò che vi sarebbe stato un agonizing reappraisal della politica estera degli Stati Uniti, se la CED stessa non fosse passata al parlamento francese. Tutto lascia pensare che quell'agonizing reappraisal vi sia stato veramente nel più profondo della coscienza delle classi dirigenti americane: non un processo chiaro, esplicito, di manifesto abbandono di tesi prima non solo accettate ma vivacemente sostenute; sì, invece, una sorta di segreta e sorda disillusione, che ha generato un disincantato disimpegno. Non crediamo che sia questione d'interessi, come pensano alcuni: la crescente potenza del MEC, il timore di una grande potenza politica futura, avrebbero staccato gli americani dai loro antichi disegni! Troppo facile: chi crede che gli scontri degli interessi 36 Bibliotecaginobianco .

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