Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

L'Europa tra De Gaulle e Kennedy pacità della politica occidentale a risolvere il problema della riunificazione spingerà i tedeschi (in una Europa balcanizzata quale sarà quella a cui porterà il trionfo dei disegni gollisti; ma forse anche in una situa• zione come l'attuale) a trovare un ersatz alla politica di solidarietà con l'Occidente, nella speranza che esso serva all'unificazione del paese. Ma, qualunque cosa si voglia pensare di ciò, è certo che gli interessi degli Stati Uniti e dell'Europa esigono che si eviti per l'avvenire il pericolo di una Germania inquieta ed infida, che si volge con struggimento verso Est, coltivando illusioni pericolose per se medesima e per tutto l'Occidente: « Dal disastroso incontro di Camp David in poi - ha detto Dean Acheson all'Università di California - i tedeschi sono stati turbati dai nostri costanti negoziati con i russi sotto le minacce russe. Infruttuosi come sono stati, sprovvisti di qualsiasi reale concessione, quei negoziati sono sempre sembrati ai tedeschi diretti verso un crescente riconoscimento del regime della Germania dell'Est; hanno mantenuto la politica tedesca continuamente sconvolta ed hanno indirizzato le simpatie della Germania federale verso le promesse di appoggio del generale De Gaulle alla causa germanica, appoggio che è forse più energicamente affermato di quanto non sia senza riserve. Il nostro flirt con Mosca, come molti flirt che non hanno, uno scopo serio, è riuscito soltanto ad amareggiare relazioni più legittime. È venuto il tempo di porre termine ad esso e di affermare le nostre intenzioni in maniera non equivoca». Forse l'antico segretario di stato di Truman è riuscito troppo drastico nelle sue affermazioni; ma non v'è dubbio che le sue parole rispecchiano fedelmente la situazione che si è venuta a creare in Europa in seguito alle poco meditate iniziative della nuova amministrazione democratica. Né del resto questa dei rapporti con la Germania Federale è stata la sola conseguenza di tali nuove iniziative di Washington. Poiché queste hanno favorito De Gaulle ed i suoi progetti non solo spingendo Bonn verso le posizioni di Parigi, ma anche dando una certa forza polemica alle argomentazioni dello stesso De Gaulle. In effetti, Washington non può pensare e dire che la tensione Est-Ovest si è venuta in qualche modo attenuando e no,n può agire come se si schiudessero le prospettive di un dialogo fruttuoso con Mosca, non può fare tutto ciò, ed insieme rimproverare ai francesi di indebolire l'alleanza. V'è qui una contraddizione che il rigore pseudo-cartesiano della diplomazia francese può agevolmente far esplodere: se la tensione è veramente diminuita, potrebbe infatti osservare Parigi, noi non mettiamo in pericolo niente e nessuno, ma agiamo esattamente come agisce Washington, avvalendoci dell'alleggerimento del contrasto tra i due blocchi per creare quelle situazioni più soddisfacenti per noi e per l'Europa, che l'intensità dei 31 Bibliotecaginobianco

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