Nord e Sud - anno X - n. 40 - aprile 1963

L'Europa tra De Gaulle e Kennedy Adenauer; credere che le forze di recupero dell'Occidente possano agire spontaneamente significa non rendersi conto che la politica è sempre una dura battaglia, nella quale non v'è posto per i sogni del pigro. Il disegno gollista può trionfare perché è una politica, una pessima politica, ma una politica, alla quale non si è contrapposto ancora nessun piano concreto. Già nell'editoriale di « Nord e Sud » dello scorso ottobre abbia1no insistito su tale punto denunciando il vuoto che s'era venuto a creare e mostrandone tutta la pericolosità: « se questo stato di cose - scrivemmo allora - dovesse durare ancora un pò di tempo, si può essere sicuri che la concezione strategica e politica di De Gaulle finirà col trionfare, poiché egli continuerà ad essere il solo che propugna qualcosa di concreto nel silenzio o nello smarrimento degli altri ». Dopo di allora v'è stata la co11ferenza-stampa del 14 gennaio, il veto all'ingresso dell'Inghilterra nel MEC e il rifiuto francese di prendere anche solo in qualche considerazione le offerte fatte da Kennedy dopo Nassau o il progetto di un armamento multilaterale della NATO. Il disegno gollista può trionfare, dunque, perché, fino a quando i partners europei della Francia non faranno nulla, la posizione della Francia sarà fortissima: « al momento dell'esplosiva conferenza-stampa del 14 gennaio - ha scritto Walter Lippmann nel « Newsweek » del 18 marzo - si poteva supporre che gli altri cinque membri della comunità economica europea avrebbero resistito· al veto francese. Ed essi avrebbero anche voluto farlo. Ma due mesi sono trascorsi, ed è diventato evidente che la Francia gollista è un potere politico più forte di tutti gli altri cinque membri della comunità ». Lippmann ha ragione ed ha torto insieme: la Francia non è affatto un potere politico più forte del club dei cinque, più l'Inghilterra, più gli Stati Uniti; lo diventa quando i cinque e l'Inghilterra e gli Stati Uniti non fanno nulla. Il disegno gollista può trionfare perché, per quanto calamitose ne siano le estreme conseguenze, esso non appare immediatamente troppo pericoloso, come dimostra il fatto stesso che molti pensano e dico1 no che i danni che si sono avuti finora non sono stati enormi (si legga, per ulteriore riprova, la conclusione del discorso di Acheson all'Università di California del 13 marzo). In realtà, come in politica interna la sfida gollista ha potuto contare sulla suggestione del rinnovamento e dell'efficacia e insieme sulle forze conservatrici le quali sacrificavano senza rimpianto la democrazia politica contro lo promessa dell'efficacité; così in politica estera essa può sfruttare le stesse vaghe ma profonde istanze di rinnovamento e le tendenze conservatrici inerenti al sistema occidentale, le tendenze olandesi o belghe o inglesi o tedesche o italiane disposte ad accettare mutamenti 19 Bibliotecaginobianco

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